Il Napoli pronto a blindare Sarri ma studia alternative

De Laurentiis proverà a trattenere il tecnico con un nuovo e ricco contratto: l’appuntamento (segreto) è già in agenda ma nel frattempo vaglia anche altri profili
Il Napoli pronto a blindare Sarri ma studia alternative

NAPOLI - Il futuro è adesso: perché cinquantacinque giorni voleranno via, quasi senza accorgersene, è qua dentro, in questo contenitore (relativamente) ampio c’è un destino da tratteggiare. Però il calcio di Sarri va oltre le tendenze, sfugge alle abitudini, rifiuta gli stereotipi e se dalla Francia chiamano, si può anche tranquillamente non rispondere, restando aggrappati disperatamente al pallone e a quelle otto domeniche in cui c’è un orizzonte. La fuga dei cervelli (calcistici) è un’ipotesi, un pericolo, una opportunità ma dinnanzi a sei milioni di euro si può resistere, lasciando che tutto resti inalterato, fin quando ci sarà da inseguire un sogno ammantato (diplomaticamente) negli 87 punti e segretamente invece rappresentato da un’impresa da tentare.


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DELA ATTENDE - E’ un complicato gioco di clausole e sentimenti, un groviglio magico e misterioso, un intrigo che ha una scadenza e migliaia di pensieri: ma il 31 maggio (però anche prima), rien ne va plus, dentro o fuori, dopo lucide analisi e un confronto che s’annuncia amicale, fondato sulla stima, sulla contrapposizione dialettica, sul confronto. Dice il contratto che Maurizio Sarri ha la possibilità di liberarsi dell’accordo pluriennale, scadenza giugno 2020, versando otto milioni di euro; oppure che il Napoli può non esercitare quel rinnovo automatico dal primo giugno, pagando un milione di euro (lordo). Ma questo è il vincolo giuridico, mica l’emozione: De Laurentiis ha scelto Sarri tre anni fa e quel progetto ha ancora vita lunga («io del mio allenatore sono innamorato») e gli sarà ribadito con adeguamento economico e prolungamento; e Sarri, che ha scoperto la felicità estrema nei pubblici riconoscimenti del San Paolo, più che aspettare avances attende risposte da se stesso («il rinnovo è un falso problema, io devo essere in grado di restituire alla gente il loro amore sentendomi in condizione di dare il 100%»). Il calendario (dell’appuntamento) rimane secretato, ma non si arriverà alla fine di maggio, per ovvi e vari motivi: non può consentirselo e non se lo augura il Napoli, non lo vorrà neanche Sarri. E stavolta, più che le strategie di parte, al tavolo delle trattative ci finiranno il Progetto, le ambizioni, il mercato, il Centro Sportivo, argomenti convergenti ma da definire.


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PROFILI - Quando il campionato avrà espresso certezze granitiche, De Laurentiis (che dovrebbe rientrare dagli States alla vigilia della gara di san Siro, con il Milan) e Sarri avranno modo di esporre le personali teorie, di scovare margini di intervento per dare al ciclo una continuità rassicurante. Il Napoli non ha mai seriamente allargato il suo sguardo altrove, su altre panchine, però dei profili di eventuali successori è stato lecito tracciarlo: Marco Giampaolo è il tecnico con il maggior appeal, per considerazioni di carattere tecnico, e rimane l’opzione che, nel caso di divorzio (a sorpresa), indurrebbe ad immediata consultazione; però nel tempo - e chiaramente - qualcun altro ha conquistato la stima di De Laurentiis e di Giuntoli: lo spagnolo Marcelino Garcia Toral, allenatore del sorprendente Valencia, in passato antagonista del Napoli con il Villarreal, lascia impronte ovunque, pur nella diversità del suo calcio rispetto a quello di Sarri; e il portoghese Paulo Alexandre Rodrigues Fonseca, il “regista” dello Shakhtar, ha uno stile che non passa inosservato. Ma è Sarri l’allenatore del Napoli che verrà (fino a prova contraria).


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NAPOLI - Il futuro è adesso: perché cinquantacinque giorni voleranno via, quasi senza accorgersene, è qua dentro, in questo contenitore (relativamente) ampio c’è un destino da tratteggiare. Però il calcio di Sarri va oltre le tendenze, sfugge alle abitudini, rifiuta gli stereotipi e se dalla Francia chiamano, si può anche tranquillamente non rispondere, restando aggrappati disperatamente al pallone e a quelle otto domeniche in cui c’è un orizzonte. La fuga dei cervelli (calcistici) è un’ipotesi, un pericolo, una opportunità ma dinnanzi a sei milioni di euro si può resistere, lasciando che tutto resti inalterato, fin quando ci sarà da inseguire un sogno ammantato (diplomaticamente) negli 87 punti e segretamente invece rappresentato da un’impresa da tentare.


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