Sabatini si presenta: «Sampdoria, sei la mia utopia»

Il nuovo responsabile dell'area tecnica: «Quando lavori devi pensare che la tua azienda sia alla pari delle più grandi: di Juventus, Roma, Inter e via dicendo...»
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GENOVA - Dopo l'esperienza con il gruppo Suning, sarà Walter Sabatini a raccogliere l'eredità di Daniele Pradè e a ricoprire il ruolo di Responsabile dell'Area Tecnica della Sampdoria. Il ds Osti, che lo conosce da tempo, è stato decisivo per il suo arrivo: "Poter accettare la Sampdoria è stato bello - ha esordito così il dirigente nella conferenza stampa di presentazione - sette anni fa avevo raggiunto un accordo con Riccardo Garrone, nella coltre di fumo di casa sua. Poi però ho dovuto rinunciare e lui ci è rimasto molto male. Avevo un debito nei confronti di questa squadra, che dentro di me non avevo ancora risolto e ringrazio la società per avermi dato questa possibilità. Potrò fare due cose stando qui: prima di tutto tornerò a frequentare l’utopia calcistica, proprio come facevo a Palermo. E seconda cosa, salderò un debito. Sette anni fa ne contrassi uno con la Samp, venendo meno ad un accordo con Riccardo Garrone. Ho dovuto sciogliere quell’impegno, perché verbalmente avevo già dato parola ad altri. Ricordo il suo sguardo di delusione e oggi, a distanza di tanto tempo, mi sento di essermi messo in pari". Per Sabatini la sua nuova nuova squadra non ha nulla di meno rispetto alle big: "Quando lavori per un’azienda che inizialmente è considerata come subalterna devi spingerti all’utopia. Anche con un po’ di arroganza. E pensare che la tua azienda sia alla pari delle più grandi: di Juventus, Roma, Inter e via dicendo. Quindi riprendo un modo di fare che mi accompagnò a Palermo. Mi è rimasta qua quella volta che sfiorai la Champions League: la Sampdoria vinse a Roma e ce la tolse. Beh penso che la Sampdoria oggi possa ridarmi quello che ai tempi mi ha portato via". L'amicizia con Osti è stata importante per accettare questa sfida, ma non solo: "Ho scelto la Sampdoria per Giampaolo. Io credo in lui, lo conosco da quanto era allenatore ombra al Giulianova. E' il valore aggiunto di questa società, è un demiurgo, l'uomo che forgerà l'idea di ciò che dovremmo essere. Lo considero molto vicino alla perfezione, uno dei migliori in Europa".

SU FERRERO E SUL CONTRATTO - Riguardo al presidente: "Ferrero è un artista, un dirimpettaio della follia, qualcosa di necessario per vivere meglio. E' un po' come me, una persona che dentro ha di tutto, un uomo dirompente nei modi di fare. Fortunatamente abbiamo due guardiani, ovvero Romei e Osti". Sabatini continua: "Quelli che collocano la Samp fra il nono e il decimo posto nella griglia di partenza si sbagliano. E' legittimo pensarlo, ma non da parte nostra. Questa è la battaglia che dobbiamo vincere. I calciatori in primis devono combattere contro questa dimensione che viene loro assegnata. Io voglio credere di essere una grande squadra con Giampaolo, i giocatori che ci sono oggi e quelli che arriveranno domani". Conclude poi riguardo al contratto, firmato per un solo anno: "Perché è una mia abitudine, odio quelli lunghi - confessa Sabatini - se sarò l’uomo giusto sarà il Presidente Ferrero a dirmi di restare per altri anni: non mi piacciono le battaglie legali, non mi piace impegnare la società con un contratto ingombrante".

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