Sarri al Chelsea, la sblocca Abramovich

Con una telefonata a De Laurentiis imprime la svolta alla trattativa: oggi atteso l’annuncio
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - How are you? 0044....Tanto era chiaro che sarebbe andata così: call me, e hanno chiamato prima Abramovich, poi la lady di ferro, Marina Granovskaia, perché non ci sarebbe stato altro da fare che sedersi comodi, il cellulare in un palmo e la pazienza nell’altra, e tentar di convincere Aurelio De Laurentiis a mostrarsi “ragionevole”. E ci siamo, si sono parlati e continueranno a farlo, forse è successo pure nella notte (chi può dirlo?) però è caduto quel velo di silenzio e pure qualsiasi infrastruttura strategica: perché il Chelsea vuole Sarri, ma per davvero, e adesso devono solo individuare l’epicentro della chiacchierata e magari definirla nel giro di poche, anzi pochissime ore.



HELLO - È successo proprio quando si sospettava dovesse accadere, nel momento in cui, carteggio alla mano, Antonio Conte s’è presentato al raduno del Chelsea, a Cobham, con una valigia che sta sempre dietro l’uscio: perché è tutto scritto in quel fumo di Londra che prima o poi sfileranno i titoli di coda. Ma, ciak, la svolta è altrove, nelle quarantotto ore che sono di nessuno, un spazio di privacy ch’è possibile svelare, e che concentrano la trama di questo colpo di scena appassionante, un film che riempie l’estate e le toglie da dosso le tracce del mistero: il Chelsea e il Napoli hanno avuto modo di dialogare, eccome, nei giorni scorsi, l’hanno fatto attraverso le “diplomazie” - chiaramente i rispettivi legali - ma perché s’intavolasse una trattativa autentica, sarebbe servita (almeno) una telefonata a De Laurentiis. Roman Abramovich deve aver calcolato persino la tempistica, ormai impossibile rinviare la personale discesa in campo, essendosi (ovviamente) Conte presentatosi al primo giorno del Chelsea, ed ha telefonato ad Aurelio De Laurentiis, la prima mossa per scuotere una situazione divenuta stagnate. La seconda, è toccata a Marina Granovskaia, la plenipotenziaria in blues, un’autorevolezza che l’è valsa l’etichetta di zarina, decisa a definire i contorni di una storia che ha ormai semplicemente bisogno di un epilogo.

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