Inter, la guerra di Icardi

Mauro Icardi - INTER© Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Ha rifiutato tutto, e per otto mesi: consigli, inviti, anche degli amici più cari, morbidi compromessi, logiche, milioni. Tanti milioni (ieri il Monaco si era spinto fino a 12 netti per un solo anno, bonus inclusi). Perché Maurito era in guerra da tempo, con l’Inter: vi è entrato nel preciso momento in cui gli è stata tolta la fascia senza alcun motivo, secondo lui, non secondo Zhang.

Vuole solo la Juve, ci dicevano e abbiamo ripetutamente scritto. La stessa Juve che un anno fa proprio lui aveva rifiutato: niente scambio con Higuaìn e primi attriti con Spalletti.



Nei giorni scorsi avevamo anticipato la notizia del più che possibile ricorso al collegio arbitrale (“Maurito va alla guerra”, il nostro titolo in prima pagina) e oggi la soluzione più clamorosa è diventata realtà.

Quando ho chiesto a uno degli agenti più importanti e competenti del mondo cosa pensasse della mossa di Icardi, la risposta è stata “non ho davvero idea”. Difficile averne una precisa, considerata l’anomalia della situazione. E altrettanto difficile è pensare che i protagonisti siano stati sempre sinceri.

Tante le domande che mi sono posto: chi ha suggerito agli Icardi una strategia così aggressiva e rischiosa? Possibile che l’Inter non abbia considerato che sarebbe potuto essere questo l’effetto prodotto dalla sua decisione? Icardi ha messo in conto il danno di immagine che potrebbe derivargli dal ricorso? Oppure è convinto di poter diventare il nuovo Bosman e che il suo caso finirà per fare giurisprudenza?

Il collegio arbitrale dovrà fornire una risposta di diritto: ma alle domande che riguardano il professionista, l’uomo, il marito e gli equilibri personali, emotivi e familiari solo Icardi potrà, se vorrà, rispondere.


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