Futuro Ibrahimovic: “Ci vediamo in Italia. Andrò in una squadra che dovrà vincere di nuovo”

L’attaccante svedese fa sognare i tifosi: “Solo così riuscirò a trovare gli stimoli necessari per sorprendervi ancora”
Futuro Ibrahimovic: “Ci vediamo in Italia. Andrò in una squadra che dovrà vincere di nuovo”© Getty Images
3 min

«Andrò in una squadra che deve vincere di nuovo, che deve rinnovare la propria storia, che è in cerca di una sfida contro tutti. Solo così riuscirò a trovare gli stimoli necessari per sorprendervi ancora…. Come calciatore non si tratta solo di scegliere una squadra, ci sono altri fattori che devono quadrare. Anche negli interessi della mia famiglia.. Ci vediamo presto in Italia». Zlatan Ibrahimovic continua a sorprendere anche fuori dal campo fornendo un assist perfetto a Milan e Bologna, ormai da tempo sulle sue tracce. L’attaccante svedese s’è preso la copertina dell’ultimo numero di GQ Italia raccontando se stesso tra passato e futuro: «Ci sono calciatori che giocano a calcio e altri che pensano il calcio. Quando uno pensa inventa un nuovo modo di fare calcio, gli altri seguono e basta. Io amo fare la differenza. Non voglio fare bene solo una o due cose, voglio farle bene tutte».

Ibrahimovic in MLS

«Sono molto contento di aver fatto questa esperienza a Los Angeles, anche perché dopo l’infortunio molti dicevano che non sarei più stato in grado di giocare, invece ho dimostrato che posso ancora fare la differenza - ha continuato Ibra a proposito dell’esperienza in MLS -. Ma dopo due anni ho detto basta. Qui a livello tecnico e tattico devono ancora crescere. Per correre, corrono, fisicamente sono delle bestie. Ma non sono abituati a giocare con i piedi, perché in tutti i loro sport tradizionali baseball, football, basket usano le mani».

Ibrahimovic e il razzismo

«Mettere la maglia “No al razzismo” e sventolare la bandiera “No al razzismo” è bello, ma non risolve il problema. Meglio togliere tre punti, sospendere la partita e perdere l’incasso, così rischi di andare in serie B. Devi essere severo, la gente non capisce fino a quando non paga le conseguenze. Quando ero in Italia mi gridavano "Zingaro!". È razzismo anche quello, è ignoranza, anche se poi quando mi vedono fuori dallo stadio mi fanno i complimenti e vogliono farsi una foto con me».


© RIPRODUZIONE RISERVATA