Ibrahimovic decide il suo futuro: Milan o Napoli, ci siamo

Si avvicina l’annuncio della scelta dello svedese, che non andrà al Bologna da Mihajlovic e che vuole giocare fino a 40 anni
Ibrahimovic decide il suo futuro: Milan o Napoli, ci siamo© Getty Images
Alfredo Pedullà
5 min

L’ abracadabra di Ibra conterrà, presto, qualche altro depistaggio mediatico. Da re dei social qual è, distribuisce stupore come se fosse un pallonetto da 50 metri. Magari pubblicherà un’immagine con la maglia del Milan per poi andare al Napoli. O viceversa. Lui tiene le carte, le scopre come gli pare. Ama il bluff, adora pensare che tu gli stia dietro per portargliele via (le carte) in modo da leggere in anticipo se ha in mano ha tre assi di coppe (la Champions che gli manca) o qualche due di briscola. Geniale, diversamente sarebbe un banale attaccante come mille al mondo. Se pensi che un semplice annuncio debba materializzarsi presto, “io sono Zlatan” ti sorprende al contrario. Domani scade la deadline di Mihajlovic: «Non deciderà prima del 10 dicembre», aveva detto Sinisa alzando la tensione che diventa un brivido chilometrico quando l’ex idolo di Malmö, l’uomo della statua vilipesa, deve annunciare qualcosa. Bene, anzi male, per il Bologna: ieri Walter Sabatini ha spiegato al mondo intero che “Ibra non verrà da noi, ha fatto altre scelte”. [...]

CASA MILAN

La triade rossonera (Maldini-Boban-Massara) freme talmente tanto che furbescamente svicola. Ha formalizzato l’offerta, 6 o 18 mesi fai tu che comunque non è un gran problema. I soldi, certo: se offri due milioni fino a giugno, forse Ibra ti guarda in faccia e ti regala una smorfia. Non puoi pensare che ti faccia un saldo; sei tu che hai bisogno di lui, non lui di te. Meglio: lui ha bisogno di te perché gli stai dicendo che qui bisogna dare personalità a un gruppo di bravi ragazzi, persino talentuosi, ma che hanno perso all’improvviso la rotta. E se io, Ibra, poche settimane fa ho detto che “in questo Milan è tutto sbagliato”, mettimi nelle condizioni di dimostrartelo. Ci penso io, ci sono io, fammi tornare da re. Ecco perché non può essere un esclusivo e volgare “quanto mi dai?”, soprattutto nel momento in cui il fondo, la proprietà o chi vi pare hanno sbugiardato il concetto base. Ovvero la volontà di non investire sugli ultratrentenni. “Ma come ti permetti? Io dentro ne ho 28”, è come se sentissimo Zlatan al semaforo sotto casa.

RINCORSA NAPOLI

Carlo Ancelotti, che merita il rispetto riservato ai generali con un petto ricco di medaglie, ha svelato un altro retroscena su Zlatan. «L’ho sentito, è a Los Angeles, sta benissimo». Ma ci sono spifferi che vanno oltre le parole, i retroscena di mercato sono sale e pepe: un summit con Raiola per parlare di Ibra ha portato alla richiesta di quattro milioni fino a giugno, magari con la possibilità di estendere fino al 2021. Le mosse sotterranee servono, lontano da orecchie indiscrete, sapendo che poi strappare un impegno di 18 mesi non sarebbe un intoppo. Comportatevi come ritenete, il bello del calciomercato è che non esiste una sola chiave di lettura. Ma una cosa è sana e giusta: il Napoli aveva pensato a Ibra in tempi non sospetti, l’aveva ammesso De Laurentiis con quel “dipende da lui”. Se avesse voluto chiudere la porta in faccia, il presidente non ne avrebbe parlato. Era (è) una valvola di sfogo per ammortizzare l’eventuale partenza di un attaccante. Era (è) una speranza di dare una scossa in un momento di calma troppo piatta, sapendo che Ibra adora Napoli e ha ammesso di voler chiudere la carriera lì. Non ci siamo dimenticati del Milan, ci mancherebbe. Ma se pensate a Gattuso dietro l’angolo del Maschio Angioino, e avete memorizzato i suoi rapporti con Zlatan, per questa storia il miglior sceneggiatore al mondo avrebbe chiesto (chiederebbe) una settimana d’aria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA