Baratti e plusvalenze: ecco come cambierà il calciomercato

Addio ad acquisti monstre, prevarrà la permuta e valutazioni gonfiate per favorire il surplus
Baratti e plusvalenze: ecco come cambierà il calciomercato© EPA
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Quattro mesi di mercato, addirittura a stagione in corso. Se sarà davvero così, siamo di fronte ad un territorio inesplorato. Normale, infatti, cambiare squadra a fine agosto, magari dopo aver disputato un paio di partite con quella precedente. Ancora più normale farlo a gennaio, di fatto dopo aver trascorso metà stagione da un’altra parte. Adesso, però, potrebbe capitare anche a ottobre o novembre e, visto che il mercato sarà aperto anche a livello internazionale, accadrà che un giocatore cominci la prima fase di Champions League o l’Europa League con un club per poi proseguirla con un altro. Anche questo dovrà essere previsto e permesso. Perché l’ipotesi sollevata dalla Fifa ha come scopo principale quello di permettere alle società di ripartire dopo la crisi, sistemando i propri conti, appunto, grazie al mercato.

Calciomercato senza euro: ecco come sarà

In ogni caso, però, occorrerà fare i conti con la realtà di oggi e quella del futuro immediato. Già adesso i club lamentano la mancanza di liquidità. E la situazione non sarà diversa nemmeno il prossimo autunno. Perché, anche se a fatica si riuscirà a completare la stagione (con ogni probabilità lo si farà a porte chiuse…), le perdite da sostenere saranno cospicue. Il mercato, però, come ha immaginato la Fifa, può dare una mano. Anche se sarà un mercato con la circolazione di denaro ridotta al minimo. Significa che impazzeranno gli scambi, magari “pirotecnici”, coinvolgendo pure grandi giocatori, ma comunque senza o con limitatissimi conguagli economici. Nei tempi antichi funzionava così. Il denaro non c’era, quindi si procedeva con il “baratto”: tu mi dai una cosa che serve a me e io, in cambio, ti do una cosa che serve a te.

Mercato, scambi alla pari con valutazioni gonfiate

Qualcosa di simile già accade negli sport professionistici americani, dove vengono messe in piedi operazioni che coinvolgono anche 3 o 4 squadre, ma comunque senza denaro o quasi. Quello Usa, però, è un sistema completamente diverso, con un tetto agli ingaggi che impone limiti di manovra precisi. Nel calcio, invece, non ci sono vincoli del genere. E, allora, si può già immaginare che le valutazioni dei giocatori coinvolti negli scambi schizzeranno alle stelle. Per sostenere i propri conti, infatti, le società avranno ancora più bisogno di realizzare plusvalenze. Un esempio per comprendere meglio: io ho Tizio che, al mio bilancio, vale 20 milioni, tu hai Caio che, al tuo, nel vale anche 25 o 30, ce li scambiamo alla pari, ma valutiamo entrambi 50, 60, o anche 70 milioni. La differenza rispetto al valore di partenza è tutta plusvalenza, vale a dire ossigeno per i conti.

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