Gattuso, no alla Fiorentina ma c'è una novità sul suo futuro

Ritorno di fiamma con il Napoli? No: il suo contratto scadrà il 30 giugno
Gattuso, no alla Fiorentina ma c'è una novità sul suo futuro© FOTO MOSCA
Franco Ordine
3 min

Adesso che il Napoli è rifiorito, ha ripreso vigore e la sua marcia in campionato verso un posto in Champions League è diventata una esaltante cavalcata scandita da giocate di qualità e scelte azzeccate, avrebbero voglia di andare in processione a Castel Volturno per convincere Rino Gattuso a restare. Sarebbe possibile? Se lo chiedono in tanti, gli scettici di qualche mese fa e i sostenitori del buon lavoro del tecnico calabrese svolto nei giorni più complicati, tra Covid, sfida con la Juve rinviata e assenze pesanti. Il motivo è elementare: sarebbe cosa buona e giusta, per la prossima stagione, conservare lo stesso staff tecnico, intervenire con pochi ritocchi sulla rosa e dare l’assalto al primato in assenza delle sfacciate sfortune che hanno decimato la rosa attuale (da Osimeh a Mertens e Koulibaly: tre pilastri dell’impalcatura napoletana) nei mesi passati. Chi ha avuto la fortuna di frequentare e conoscere Gattuso, prima da calciatore con scontri epici per qualche giudizio impietoso e poi da allenatore con quel dignitoso arrivederci spedito a Leonardo e Maldini con un anno di contratto in tasca, ne può anticipare i comportamenti.

Il nodo da sciogliere è il seguente: Gattuso ha speso la sua parola d’onore con qualcuno, per esempio con Rocco Commisso della Fiorentina come le cronache di calcio-mercato rilanciano da qualche tempo? La risposta è no. Probabilmente perché i piani tecnici del club viola e le caratteristiche dell’attuale rosa non gli consentirebbero di realizzare quel tipo di calcio che è poi la sua fissa, la costruzione da dietro. 

Ma allora può restare sulla panchina del Napoli come gli chiedono persino quei feroci critici di qualche mese fa? Qui la risposta si può indovinare: no. Perché Rino Gattuso è fatto così. Può sorvolare sull’unico rimpianto coltivato fin qui e riferito al mancato svolgimento di Juventus-Napoli del 4 ottobre 2020: è sempre convinto che avrebbe avuto qualche punto in più se fosse partito quel sabato pomeriggio. Ma è il resto che conta. Se lo feriscono sul piano umano oltre che su quello professionale, non è disposto a dimenticare. Specie se le cicatrici dell’anima sono state procurate dal “fuoco amico”, proprio come avvenne a Milanello quando il divorzio avvenne per decisione sua unilaterale dopo il diverbio con Leonardo e Maldini seguito al derby di ritorno.

Gattuso, nella sua carriera di allenatore, ha frequentato personaggi di ogni tipo ma sono le doppiezze a procurargli il maggior risentimento. Le cattiverie circolate a proposito della sua malattia poi hanno lasciato un segno indelebile. Perciò è possibile che decida di tornare a Gallarate, a curare il ristorante-pescheria in attesa di un’offerta allettante.

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