L'accusa: "Il Barcellona non voleva confermare Messi"

Jaume Llopis si è dimesso dal club blaugrana per poi scagliarsi contro Laporta: "Non è stata detta la verità, cacciare Leo è stata la cosa più facile"
L'accusa: "Il Barcellona non voleva confermare Messi"© Getty Images
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BARCELLONA (Spagna) - Non smette di destare polemiche l'addio di Leo Messi al Barcellona. L'ultima arriva da Juame Llopis, che si è dimesso dalla commissione Espai Barça (progetto del cda che si occupa del Camp Nou e di altre strutture blaugrana) per vuotare, a suo dire, il sacco: "Mi sono dimesso per avere la libertà di dire quello che pensano tanti tifosi ed esigere la trasparenza che non c'è stata - le parole di Llopis - non si è fatto tutto quello che si poteva fare. Tutti hanno visto la freddezza fra Messi e Laporta. Non è stata detta la verità, vogliamo sapere cosa sta tramando Laporta con Perez. La Superlega è un grande progetto, ma incerto e non si capisce perché, mentre i tifosi piangevano l'addio di Leo, Laporta era a mangiare col presidente del Real Madrid".

Llopis: "Cacciare Messi era la cosa più facile"

Secondo Llopis "non ci sono nel club le persone adatte a gestire questa crisi: cacciare Messi è stata la cosa più facile mentre non è stato fatto niente in casi come quelli di Umtiti, Coutinho o altre vacche sacre. Risolvere uno di quei contratti sarebbe stato un messaggio da sbattere in faccia a tutti, perché ad oggi, se non ci sono riduzioni degli ingaggi, non credo possano registrare Depay per farlo giocare domenica". Dietro il mancato rinnovo di Messi, insomma, "c'è la decisione di dirigenti che non conoscono il Barcellona, non c'è stata la reale volontà di trattare la sua permanenza".


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