Ai confini dell’impossibile si può sempre tentare, orgogliosamente, d’arrivarci: e può servire l’idea, il coraggio ma soprattutto una dose massiccia di personalità. Luciano Spalletti ha preso il proprio passato, pieno delle conoscenze che l’arricchiscono, l’ha infilato in una bottiglia e l’ha lanciato nell’immensità del mercato sino a Barcellona: i sogni, a volte, vanno cavalcati su onde anomale e, visto che si può, perché non provarci. Miralem Pjanic, in questi giorni che sanno di nulla, che vanno riempiti osservando la Sagrada Familia e però portandosi appresso un bel po’ di rimpianti, ha un futuro avvolto in un limbo o persino in labirinto, e quando il suo «vecchio» allenatore di quel semestre romano gli ha telefonato, è stato costretto a pensarci un po’ su. «Ti piacerebbe...».
L'impresa
Prima ancora che la chiacchierata si trasformi in trattativa, serviranno le riflessioni del caso, perché è terribilmente vero che la vicenda, nella sua imponenza, è complessa: ma Pjanic, che al Barcellona è di troppo, che ha collezionato trenta presenze - in realtà 1295 minuti - è stato colto di sorpresa ed assalito dal dubbio, chissà se pure dalla tentazione. Al Camp Nou è una specie di intruso, ci sta da separato in casa, è costato sessanta milioni (più cinque di bonus) un’estate fa e adesso, com’è ingeneroso il calcio moderno!, viene quasi «rottamato»: la situazione economica di quello che rimane «mes que un club» è rovinosa, vanno smaltiti i contratti onerosi e quello di Pjanic rientra tra i più pesanti, con i suoi 6 milioni e mezzo sino al 2024 (...)
Tutti gli approfondimenti sull’edizione del Corriere dello Sport – Stadio