Neymar, scaricato dal Psg ma troppo costoso per essere venduto

Ultimo esponente del futbol bailado, l'asso brasiliano ha uno stipendio da 49 milioni lordi all'anno: abbandonato dai tifosi, è prigioniero a Parigi
Neymar (30 anni), attaccante© EPA
Davide Palliggiano
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È l’ultimo esponente di un calcio che forse non esiste più. Quello del ‘fùtbol bailado’, dei fantasisti che in ogni parte del campo proprio non resistevano a fare la giocata, il dribbling spettacolare, a regalare ai propri tifosi un momento diverso, una scossa. Di giocatori come Neymar non ne esistono più, ne sono nati dei mini cloni (vedi Vinicius), ma il calcio si è evoluto (in bene o in peggio non si sa), richiede un’applicazione diversa, più concretezza, meno ‘bling bling’. Anche al Psg, parola del presidente Nasser Al Khelaifi, che ha usato l’espressione di cui sopra proprio per far capire che a Parigi non arriveranno più stelle dal nome altisonante o giocatori da copertina. Senza fare il nome di Neymar, ma facendo intendere che semmai dovesse arrivare qualcuno che vuole il brasiliano lui non si opporrebbe. E nemmeno il nuovo ‘consulente’ Luis Campos, che di fatto fa il direttore sportivo e che non ha tutta questa grande stima per O Ney.

Neymar, tifosi contro

Lo stipendio e il contratto non rendono facile una cessione. In busta paga, a fine mese, Neymar si trova poco più di 4 milioni lordi. A fine anno, circa 49, che al netto - secondo la tassazione francese - fanno euro più euro meno, 40. Più di Messi, per intenderci, che arrivato a Parigi s’è dovuto ‘accontentare’ di quella brutta maglia numero 30 sulle spalle e di uno stipendio anche inferiore al brasiliano. I cui numeri, negli anni, non sono stati così malvagi. Ciò che però gli viene imputato soprattutto dai tifosi è lo scarso impegno, è la ricerca continua dei social, della copertina, un atteggiamento più da star che da calciatore professionista. E, soprattutto, l’esser venuto meno nelle partite più importanti in Champions. Neymar non se n’è fregato più di tanto, anche quando la Virage Auteuil, la curva più calda del Parco dei Principi, l’ha fischiato quando tre anni fa voleva tornarsene a Barcellona. Per un periodo hanno fatto pace, ma quest’anno, dopo l’eliminazione agli ottavi di Champions contro il Real Madrid, l’hanno ripreso a fischiare. Lui come Messi, Sergio Ramos, Wijnaldum, etichettati alla stessa maniera ma con storie differenti. «Mi dovranno sopportare ancora per due anni» disse dopo una delle ultime partite a Parigi. Il suo contratto scade nel 2025, ma c’è una clausola, che può attivare il 1° luglio, che gli permetterà di prolungarlo unilateralmente fino al 2027 accettando uno stipendio decrescente. A meno che qualcuno non ne chieda il prestito al Psg, che sarebbe ben disposto a privarsene, purché si prendano a carico l’ingaggio. Il Chelsea, con la nuova proprietà americana, cerca il colpo ad effetto: «Se va via da Parigi, deve venire da noi al Chelsea - ha detto il suo amico, ex compagno e connazionale Thiago Silva durante un evento a Recife -. Non c’è bisogno di parlare delle sue qualità». Un discorso simile l’aveva fatto lo stesso Neymar, soltanto un anno fa, quando si parlava di Messi al Psg. Una chiacchiera, due sorrisi, e poi la concretezza di una trattativa che ha portato il suo amico a Parigi. Che dalla prossima stagione, magari, sarà libero di riprendersi la 10 senza far torto a nessuno. 


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