Mercato, perché le spese folli della Premier possono essere una bolla che scoppia

L'allarme lanciata da Tebas è fondato ed è sostenuto dal direttore della Liga spagnola: "In Inghilterra stanno dopando i club: alcuni azionisti iniettano denaro che la società non genera per spendere. Ma quando l'azionista se ne va, la sopravvivenza della società è a rischio".
Xavier Jacobelli
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Il mercato invernale della Premier ha registrato il record di spesa, con 820 milioni di euro investiti dai club del massimo campionato inglese (fonte calcio e finanza). Il Chelsea di Todd Boehly l'ha fatta da padrone: da Enzo Fernandez (120 milioni di euro, il trasferimento più caro nella storia dei club inglesi)) a Mudryk, i Blues hanno speso quasi 330 milioni di euro per ingaggiare nove giocatori, superando il primato del Barcellona che, nel gennaio 2018, aveva speso 147,4 milioni di euro per tre calciatori. Le spese folli nel Regno Unito non sono sfuggite a Javier Tebas, presidente della Liga, già fustigatore della Juve a carico della quale, all'indomani delle dimissioni di Agnelli dalla presidenza, ha chiesto all'Uefa una punizione severa per la presunta violazione del fair play finanziario. Il post di Tebas su Twitter è stato drastico: "Si legge della forza della Premier League ma non è così: è una competizione basata sulle perdite milionarie dei club (i ricavi ordinari non sono sufficienti per loro), la maggior parte dei club è economicamente dopata". Tebas ha pubblicato anche un video di Javier Gomez, corporate director de La Liga, che sulla situazione delle società inglesi spiega: «È vero che anche agli azionisti è permesso sostenere il club con certi limiti, mettere soldi in modo che possano spendere oltre di quello che il club stesso può generare. In Premier succede il contrario. Né più né meno, stanno dopando i club, stanno iniettando denaro che il club non genera per spendere. Ciò mette a rischio la sopravvivenza di un club quando questo l’azionista se ne va e secondo noi è barare perché trascina verso il basso il resto dei campionati». Il timore della Liga è fondato: se scoppia la bolla Premier, son dolori per tutti.


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