Fiorentina-Italiano, la storia viola dà più forza a una scelta

Fiorentina-Italiano, la storia viola dà più forza a una scelta© ANSA
Alberto Polverosi
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Il prolungamento del contratto di Vincenzo Italiano va accolto e registrato come una notizia di segno positivo per la Fiorentina. Ci si può vedere un’idea di fondo, una base su cui costruire la nuova squadra con nuove ambizioni, sentimento quest’ultimo di cui il tecnico è fortemente dotato (basta ricordare cosa ha fatto l’estate scorsa per lasciare lo Spezia e salire di livello con la Fiorentina).

Italiano è una buona garanzia di futuro per la tifoseria viola forse ancora più che per la società. La sua ultima stagione è stata da applausi, settimo posto con 62 punti, ritorno in Europa dopo 6 anni. Per esprimere un giudizio conviene sempre ricordare da dove si parte e Italiano partiva da una squadra che l’anno precedente si era salvata arrivando al 13° posto con 40 punti. In certi momenti è stato criticato per aver perso troppe partite e in effetti 14 sconfitte non sono poche, anzi. Ma sono meno delle 16 sconfitte dell’anno precedente e soprattutto sono tanti, tantissimi i 22 punti in più fra un campionato e l’altro, a cui potremmo aggiungere la semifinale di Coppa Italia, traguardo conquistato dopo aver battuto (5-2) il Napoli al Maradona e l’Atalanta (3-2 in inferiorità numerica) a Bergamo. In campionato la Fiorentina ha battuto il Milan campione d’Italia, il Napoli, l’Atalanta (tre volte su tre, Coppa Italia compresa), la Roma, per dire delle prime otto della classifica, ha pareggiato a San Siro contro l’Inter e non è mai stata sottomessa sul piano del gioco contro le grandi.  

Stiamo parlando di un allenatore che deve crescere (ovvio, visto che ha fatto solo due campionati di Serie A), ma che ha saputo dare un gioco, un bel gioco, a una squadra che ne era priva grazie anche, giusto ricordarlo, a un mercato estivo ben fatto (Odriozola, Torreira, Gonzalez), ma, giusto ricordare pure questo, nonostante un mercato invernale tecnicamente assurdo (cessione di Vlahovic, capocannoniere della Serie A).  

C’è un altro aspetto, diciamo storico, che parla a favore di questo prolungamento contrattuale. Negli ultimi 40 anni gli allenatori che hanno fatto meglio a Firenze sono stati quelli in grado di restare sulla panchina viola per almeno tre stagioni, tante quante quelle di Italiano se non ci saranno sorprese. Giancarlo De Sisti (gennaio ‘81-dicembre ‘84) sfiorò lo scudetto dell’81-82, ultima volta di un secondo posto per la Fiorentina; Claudio Ranieri (1993-97) ha vinto il campionato di Serie B, la Coppa Italia, la Supercoppa Italiana ed è arrivato alla semifinale di Coppa delle Coppe; Cesare Prandelli (2005-2010) si è qualificato quattro volte per la Champions League, anche se in due occasioni è rimasto fuori per vicende legate a calciopoli; Vincenzo Montella (2012-15) è arrivato al 4° posto per tre campionati di seguito con conseguente qualificazione all’Europa League. L’unica parziale eccezione potrebbe essere quella di Giovanni Trapattoni che in due anni, dal 1998 al 2000, ha conquistato la prima stagione il 3° posto (lottando per lo scudetto fino all’infortunio di Batistuta) ed entrando nella storia l’anno successivo con la vittoria dei viola a Wembley contro l’Arsenal.  

Fra Italiano e i suoi predecessori a lunga scadenza c’è un legame ancora più forte: la partenza del lavoro. Vincenzo ha raccolto la Fiorentina da stagioni deludenti e ha dato il via alla ricostruzione, come era stato per De Sisti che prese la squadra in fondo alla classifica a metà campionato e la portò quasi in zona-Europa per poi iniziare il suo rinascimento; come Ranieri che la raccolse addirittura in Serie B; come Prandelli che venne chiamato dopo la prima soffertissima stagione di Serie A dei Della Valle; come Montella, arrivato a Firenze dopo la stagione di Mihajlovic-Delio Rossi-Guerini, conclusa con la salvezza alla penultima giornata. Per tutte queste ragioni, il prolungamento del suo contratto è per la Fiorentina un segno positivo. 


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