Juve e Inter, un derby d’Italia senza esclusione di bomber

I tridenti che verranno: Vlahovic con Chiesa e l’atteso Di Maria per sfondare anche a Torino. Ma Lukaku più Lautaro e Dybala sono il massimo
Juve e Inter, un derby d’Italia senza esclusione di bomber
Alberto Polverosi
6 min

In attesa che il Milan si decida a risolvere la situazione contrattuale di Maldini e Massara, così da poter dare il via a un mercato adeguato alla squadra campione d’Italia, possiamo soffermarci sui movimenti di Inter e Juventus, destinate nella prossima stagione a lottare per lo scudetto insieme ai detentori. 

Movimenti certi in alcuni casi e probabili in altri. Quelli dell’Inter sono davvero a un passo dall’ufficialità: Lukaku e Dybala insieme a Lautaro Martinez. Quello della Juventus sembra un po’ meno vicino: Di Maria al fianco di Vlahovic e di Chiesa. Due tridenti che potrebbero dar vita a un duello di vertice, per quanto sono ricchi di qualità, di gol e di esperienza. Nessuno alle prime armi, tutt’e sei nel giro delle rispettive nazionali, tutti pronti a una sfida entusiasmante. Non siamo all’altezza di Rodrygo-Benzema-Vinicius, ma se davvero Inter e Juve si completano come previsto né Allegri, né Inzaghi potranno lamentarsi.

La metà dei gol

Partiamo dall’età. I nerazzurri: Lukaku 29 anni, Lautaro Martinez 24, Dybala 28, totale 81 anni. I bianconeri: Chiesa 24, Vlahovic 22, Di Maria 34, totale 80 anni. L’età media è di 27 anni per gli interisti, di 26 anni e 7 mesi per gli juventini. Questa minima differenza ci permette di confrontare i due tridenti attribuendo un valore concreto ai gol. Stiamo parlando di attaccanti veri e i gol rappresentano il dato assoluto. Questo è il conto delle reti segnate dai “fantastici 6" in tutta la carriera. Lukaku 266, Lautaro Martinez 101, Dybala 153, totale 520. Chiesa 52, Vlahovic 61, Di Maria 153, totale 266, ovvero la metà quasi esatta di quelli dell’Inter. 

La chiave di Vlahovic

Se per Inzaghi l’obiettivo sarà quello di aiutare il suo tridente a mantenere la media realizzativa fin qui raggiunta, per Allegri il lavoro sarà più profondo. Il suo miglior marcatore è quello che deve ancora arrivare, Angel Di Maria, un esterno-fantasista, creatore di gioco e di assist, il giocatore che da solo è in grado di alzare il livello di qualità dell’attacco bianconero, nella scorsa stagione messo spesso in discussione per la sua arida produzione. Ma un anno fa la Juve giocava con un tridente poco ispirato e poco omogeneo, con Morata spostato a sinistra (quindi fuori posizione) e con Dybala che si sentiva sempre più distante dalla causa bianconera, sempre più emarginato. Non solo: ad Allegri è mancato Federico Chiesa per tutto il girone di ritorno, proprio quando è arrivato da Firenze il suo ex compagno Dusan Vlahovic. Il tridente della Juve sarà tutto nuovo, tutto da scoprire. Del ritorno di Chiesa e dell’eventuale arrivo di Di Maria, il primo a godere dei benefici (sottoforma di gol) sarà Vlahovic, che avrà da una parte il furore agonistico di Federico e dall’altra la classe del Fideo. Nel campionato scorso prima di lasciare la Fiorentina il centravanti serbo era il capocannoniere della Serie A con 17 gol insieme a Immobile, nella Juve la sua media-gol si è abbassata. Ha faticato a entrare in sintonia in una squadra che non aveva un senso spiccato del gioco come quella di Italiano, a Firenze segnava sfruttando il lavoro di Gonzalez da una parte, di Sottil o Saponara dall’altra: gli esterni che lo affiancheranno il prossimo anno nella Juve sono di livello superiore.

La fantasia di Dybala

Molti si domandano se Inzaghi avrà la forza (e la voglia) di schierare il tridente nella formazione titolare. E’ un amante convinto del 3-5-2, è indubitabile, però stavolta farà un’enorme fatica a lasciare fuori uno dei tre. Rinunciare alla potenza di Lukaku, o alla sveltezza di Lautaro, o alla fantasia di Dybala, quando li hai tutt’e tre a disposizione, non sarà semplice. A occhio, questo può diventare il tridente più forte del campionato perché dentro c’è tutto. C’è una miscela di qualità in grado di spingere l’Inter non solo alla candidatura più forte per lo scudetto, ma un po’ più in là anche in Champions League. Molto dipenderà dal modo in cui Lukaku tornerà a impossessarsi della maglia di prima punta. Con Inzaghi dovrà cambiare tipo di gioco, rispetto al lancio lungo di Conte dovrà dialogare di più col resto della squadra, a cominciare da Dybala. Con Lautaro c’è già una vecchia intesa e se i due attaccanti dello scudetto nerazzurro riusciranno a sfruttare la classe, la tecnica e la fantasia del prossimo interista ex juventino, sarà un’impresa fermarli. A proposito di Dybala, breve digressione: dopo Ronaldo (101 reti in 134 partite), la Juve ha rinunciato alle 115 reti (in 293 partite) dell’argentino. Eppure in questi ultimi tempi non ci è sembrata una macchina da gol.


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