Vlahovic, dubbi sul futuro: la Juve adesso può cederlo

Il centravanti si allena a parte, resta in dubbio per l'Udinese e la sua permanenza è in bilico: può essere venduto per far quadrare i conti del club
Filippo Bonsignore
4 min

TORINO - Pochi sorrisi, fino alla fine. Non c’è mai pace per Vlahovic e non è una novità in questa stagione da dimenticare. Anche ora che siamo all’ultima curva, i problemi non si sono esauriti, tanto che Dusan rischia seriamente di saltare la trasferta di Udine, atto conclusivo del campionato. Pure ieri, infatti, il bomber serbo si è allenato a parte a causa di noie muscolari che lo tormentano da un po’ e che gli avevano già fatto saltare il Milan. Logica vuole che sia molto complicato vederlo oggi nella lista dei convocati: sarebbe l’ennesimo rammarico di un’annata disgraziata che a questo punto potrebbe essere già finita per il centravanti. Non è stato il vero Vlahovic è inutile girarci attorno: solo 14 gol (10 in campionato, uno in Champions League e tre in Europa League) in 42 presenze non sono un fatturato che si può considerare soddisfacente. E Dusan è il primo a non essere contento.  

Il flop di Vlahovic: il futuro è incerto

La sua stagione si è snodata attraverso tanti alti e bassi - più i secondi dei primi, a conti fatti -, tra la pubalgia che l’ha condizionato pesantemente prima, durante e dopo il Mondiale, e qualche incomprensione e diversità di vedute con Allegri. DV9 era stato indicato come l’uomo dei sogni juventini: il suo acquisto nel febbraio 2022 - quando è stato strappato alla Fiorentina per 81,6 milioni (70 più 11,6 di oneri accessori, cui si aggiungono 10 di potenziali bonus) - era stato letto come la mossa del rilancio, della ritrovata grandeur del club della Continassa, che investiva pesantemente sul presente, per raddrizzare un trend già all’epoca deficitario e raggiungere un posto in Champions, e sul futuro prendendo il miglior attaccante di prospettiva in circolazione in Italia. La storia racconta che gli auspici sono andati disattesi. Vlahovic non è riuscito a fare la differenza come ci si aspettava e non solo per colpe proprie: pure l’atteggiamento della squadra e la mancanza di una manovra adatta ad esaltarlo hanno pesato non poco. In più ci si è messo quel malanno subdolo come la pubalgia che l’ha tormentato per mesi, dall’infausta notte di Lisbona del 25 ottobre scorso in avanti. Da quel momento, il pensiero del serbo si è rivolto soltanto a salvare la partecipazione al Mondiale; missione riuscita, anche se la sua prima coppa del mondo è limitata a soli 79 minuti in campo e un gol in due partite su tre del girone. E anche il rientro con la Juve, arrivato solo a fine gennaio, non ha portato buone notizie, visto che Dusan ha vissuto lunghi periodi di astinenza, parzialmente compensati dai tre gol di maggio. Quello di Siviglia rischia di essere l’ultimo in bianconero. Il futuro di Vlahovic è un punto interrogativo: senza Champions, e con le conseguenti difficoltà economiche, è il primo della lista dei sacrificabili e all’orizzonte si staglia imponente la sagoma del Bayern Monaco, che si sta muovendo pesantemente su indicazione del tecnico Tuchel.

Non solo Vlahovic: attacco Juve in bilico

Non solo Dusan, in ogni caso: tutto l’attacco della Juve è in bilico. A cominciare da Milik, il cui riscatto dal Marsiglia (fissato a 7 milioni) è per il momento congelato. Il polacco piace alla Lazio e a diversi club di Premier e Bundesliga; si deciderà entro il 10 giugno. Già scritto è invece il futuro di Di Maria: niente rinnovo per il Fideo che dirà addio. In dubbio c’è pure Chiesa, un altro che ha mercato nonostante una stagione faticosa, così come Kean che potrebbe salutare in caso di un’offerta adeguata. L’attacco del futuro, insomma, è ancora tutto da costruire.  


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