La Juve cerca gol. La prima missione stagionale per Massimiliano Allegri, funzionale al ritorno al vertice, è quella di rivitalizzare l’attacco. Da due anni il reparto ha perso Cristiano Ronaldo e questo potrebbe bastare per spiegare il crollo del fatturato offensivo e della media reti a partita. CR7 ha garantito 101 gol in 134 partite; in campionato 81 in 98 gare. Con il fenomeno si partiva in pratica ogni volta da uno a zero. Dopo il portoghese, la musica è andata diversamente: Vlahovic, l’erede designato, arrivato per salvare la Signora soltanto a metà della prima stagione post fenomeno, ha viaggiato a corrente alternata (23 centri in 63 match) e viene da un’annata piena di difficoltà, tra fastidi fisici e problemi tattici. Chiesa non ha potuto garantire il suo apporto come desiderato per il lungo recupero post infortunio e gli altri protagonisti non hanno certo brillato per numeri pirotecnici. Non è tutto, però. Il passaggio al 3-5-2, decisivo per ritrovare stabilità nella passata stagione, non ha aiutato il reparto offensivo. Vlahovic, in particolare, ha sofferto spesso di abbandono in area avversaria. Gli effetti si riscontrano nelle statistiche dell’ultimo quinquennio. In campionato, la Juve ha segnato 70 gol nel 2018-19, 76 nel 2019-20 e 77 nel 2020-21; nell’ultimo biennio si è passati a 57 reti nel 2021-22 e a 56 nel 2022-23. Di riflesso, la media è precipitata: 1,84 gol a gara nel 18-19, 2 del 19-20 e 2,03 nel triennio ronaldiano; 1,5 nel 21-22 e 1,47 nelle ultime due stagioni, chiuse senza trofei.
Perché Lukaku serve alla Juve di Allegri
Serve la svolta, insomma, con una manovra capace di esaltare gli attaccanti con l’apporto dei rifornimenti dalle fasce, gli inserimenti delle mezzali e una generale propensione a slanci e soluzioni offensive. Il rimedio pensato da Allegri risponde al nome di Lukaku, l’obiettivo per far compiere il salto di qualità e facilitare anche l’approccio all’area avversaria. Big Rom porterebbe grande fisicità, difesa del pallone, capacità di far salire la squadra e aprire varchi, offrendo la sponda al lancio lungo come via più rapida rispetto ad una manovra organizzata. E garantirebbe, naturalmente, anche gol: nel suo triennio interista, il bomber belga ha messo a segno 78 reti in 132 partite, 57 delle quali in campionato. Diciannove di media in serie A, insomma, proprio quanto farebbe comodo ad Allegri e alla Juve. Ed è per questo che alla Continassa continuano a spingere per portare al traguardo l’affare entro una decina di giorni. Naturalmente, tutto è anche condizionato dall’addio di Vlahovic, per il quale i bianconeri attendono ancora offerte adeguate, che finora non sono arrivate. L’obiettivo d’incasso resta 75 milioni circa, condizione necessaria per poter arrivare a Lukaku rimanendo nei canoni della sostenibilità della gestione. Allegri, nel frattempo, negli Stati Uniti lavora per il recupero fisico di Dusan, si gode il ritorno ad alti livelli di Chiesa, il migliore nel test contro il Milan e perfetto in un tandem con Big Rom, attende di provare Milik e il salto di qualità nell’ottica della continuità da parte di Kean.