Il metodo Motta si fonda sulla consapevolezza che gestire la sfera sia meglio di rincorrerla. Sembra un concetto semplice, eppure Thiago gli ha dedicato una tesi - “il valore del pallone, lo strumento del mestiere nel cuore del gioco” - con la quale ha ottenuto il patentino da allenatore a Coverciano. L’italo-brasiliano non ha mai avuto dubbi sulla necessità di evolvere il concetto stesso di palleggio e possesso, «che non deve essere confuso con una sterile, e quindi inutile, serie di passaggi orizzontali, ma deve essere propedeutico a una verticalizzazione più efficace e rapida possibile». Così è stato plasmato il Bologna dei miracoli e la nuova Juve sorgerà seguendo la stessa filosofia. Ecco perché la prima vera richiesta alla società sarà quella di un difensore centrale capace di impostare il gioco. Oggi la Juve in rosa non ha questo tipo di caratteristiche e, probabilmente, con Locatelli adattato regista pecca di tale attitudine pure a centrocampo. Ci vorrebbe Calafiori, se non fosse che il Bologna lo reputa incedibile. L’evoluzione del calcio e la famosa costruzione dal basso, comunque, hanno creato decine di “specialisti” in materia. Al dt Giuntoli il compito di scovare il più funzionale.
La lista di Thiago Motta: tutti i nomi
La coperta della Signora è piuttosto corta, soprattutto con il passaggio alla difesa a quattro. Motta giocherà un 4-3-3 adattabile a 4-2-3-1, ma in qualsiasi caso stravolgerà l’assetto a tre che fu il marchio di Allegri. Con l’addio di Alex Sandro e con Kostic e Iling-Junior in bilico, servirà un terzino sinistro. Dorgu del Lecce ma soprattutto Wendell del Porto, recentemente convocato per la Coppa America con il Brasile, sono in cima alle preferenze per il rapporto qualità-prezzo. Resterebbero poi da coprire due o tre ruoli. Sicuramente, a proposito di inserimenti e verticalizzazioni, Motta necessita di una mezzala capace di dare il cambio di passo a una mediana priva di dinamismo: per Koopmeiners, valutato 60 milioni, Giuntoli proverà a limare il prezzo inserendo una contropartita come Soulé oppure Huijsen, entrambi graditi a Gasperini. Un altro che non passa mai di moda nei pensieri della Signora è Samardzic dell’Udinese. Il 4-2-3-1 richiederebbe un trequartista puro che in rosa non c’è, a parte Yildiz. Koopmeiners esegue il compito splendidamente nell’Atalanta; con la nuova Champions e il proliferare degli impegni fino a luglio inoltrato per il Mondiale per club, in qualsiasi caso la Juve non potrà permettersi gli uomini contati. Di conseguenza, non va accantonata del tutto la pista Sudakov, gioiello dello Shakhtar sul quale le big d’Europa sembrano disposti a fare follie. Il nodo Rabiot è cruciale: un incontro in settimana con la madre-agente Veronique chiarirà se ci sono margini per proseguire insieme. Questa scelta influenzerà inevitabilmente il mercato della Juve. Infine, l’esterno: Laurienté del Sassuolo e Greenwood, che torna al Manchester United dopo il prestito al Getafe, sono due idee, come Berardi reduce da un lungo infortunio. Chiesa, viceversa, ha manifestato la voglia di restare dov’è, ma non ha ancora l’accordo per il prolungamento. E non è un dettaglio. Il tesoretto da 50 milioni che l’ad Scanavino ha messo a disposizione per gli acquisti, dopo due sessioni a spesa zero, non basterà. Giuntoli dovrà per forza di cose incrementarlo con qualche cessione.