Pagina 2 | Juve, strappo Rabiot: la Juve adesso studia il taglio

Tre grosse spine in una rosa che può valere 65 milioni di euro. Nonostante il dolore, varrà la pena coglierla? Rabiot, Chiesa e Szczesny, tre pilastri che non stanno trovando l'accordo con la Juve per il rinnovo, complicando i piani del mercato, offrono inavvertitamente una possibile svolta allo stallo. Al punto che in molti, alla Continassa, cominciano a chiedersi se perderli non sia più redditizio che trattenerli. Adrien guadagna 14 milioni lordi ogni anno (e la proposta di prolungamento è sulle stesse cifre), Fede e Tek altri 13 a testa con scadenza al 2025. Il cartellino del francese oggi non ha valore perché tornerà a essere di sua proprietà tra soli 21 giorni, quello del polacco è usurato dal tempo (34 anni), mentre l'anno di contratto che resta a Chiesa rende possibile monetizzare 25 milioni. Il totale fa 65, un tesoretto da reinvestire per arrivare magari a Douglas Luiz (si ragiona sui 30 più il cartellino di McKennie) e Greenwood (altri 35). Sembra già un piano d'azione. Poi c'è Koopmeiners, tutta un'altra partita.

Motta e Rabiot

La complicata tela di Giuntoli, comunque, è fatta di legami quasi invisibili che talvolta s’intrecciano. Come le strade di Thiago Motta e monsieur Rabiot, che ieri si sono “sfiorati” in Francia dopo i dialoghi a distanza dei giorni scorsi per condividere idee, sensazioni e progetti. Thiago, ancora in vacanza e in attesa di firmare il contratto con la Signora, ieri si trovava a Parigi per le finali del Roland Garros, mentre il centrocampista ha saltato il lavoro a Clairefontaine, il quartier generale della nazionale di Deschamps situato 48 km a ovest della capitale, per un affaticamento muscolare, prima di spostarsi con la squadra verso Bordeaux dove stasera sfiderà il Canada. Il direttore tecnico bianconero sperava di convincere Rabiot ad accettare 7 milioni a stagione per tre anni, ma il “Duca ribelle” ne vuole almeno 8 e parla di altre proposte dall'Inghilterra decisamente più remunerative. La Juve, che vuole ridurre il monte stipendi portandolo sotto la soglia dei 100 milioni lordi rispetto ai 125 attuali, non sembra gradire questo gioco al rialzo e potrebbe anche decidere di abbandonare una volta per tutte il tavolo della trattativa.


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Le spine in attacco

D’altro canto, nel fianco della Signora non c’è soltanto questa spina. Pensate al rinnovo di Vlahovic, che guadagnerà 12 milioni netti (circa 23 lordi) da settembre e che non intende rivedere l’accordo al ribasso. La Juve sperava di convincerlo ad accettare due anni in più di contratto - 2028 anziché 2026 - ma a 8 milioni (4 in meno) e ovviamente la distanza tra le parti è ampia. Neppure Chiesa è contento di spalmare gli emolumenti: da qui l'idea dell'addio anticipato, anche se le piste Roma e Napoli, caldissime pochi giorni fa, nelle ultime ore sembrano essersi un po’ raffreddate.

Il caso Szczesny

Dopo Rabiot e Vlahovic, e senza considerare lo stipendio di Pogba ai minimi sindacali per la squalifica doping, la busta paga più pesante dalle parti della Continassa è quella di Szczesny. In questo caso la Juve non ha aspettato il flusso degli eventi e ha subito bloccato un altro portiere, Michele Di Gregorio. Il rischio però è che si crei una situazione di stallo tale da minare l'equilibrio del gruppo: con l'addio del polacco il club risparmierebbe 13 milioni e chiuderebbe un cerchio di sostenibilità inserendo un portiere di 8 anni più giovane che guadagna la metà; in caso di permanenza rischierebbe di ritrovarsi con un calciatore scontento, costosissimo e dal grande carisma, costretto a vivere quasi da separato in casa fino al prossimo giugno.


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Le spine in attacco

D’altro canto, nel fianco della Signora non c’è soltanto questa spina. Pensate al rinnovo di Vlahovic, che guadagnerà 12 milioni netti (circa 23 lordi) da settembre e che non intende rivedere l’accordo al ribasso. La Juve sperava di convincerlo ad accettare due anni in più di contratto - 2028 anziché 2026 - ma a 8 milioni (4 in meno) e ovviamente la distanza tra le parti è ampia. Neppure Chiesa è contento di spalmare gli emolumenti: da qui l'idea dell'addio anticipato, anche se le piste Roma e Napoli, caldissime pochi giorni fa, nelle ultime ore sembrano essersi un po’ raffreddate.

Il caso Szczesny

Dopo Rabiot e Vlahovic, e senza considerare lo stipendio di Pogba ai minimi sindacali per la squalifica doping, la busta paga più pesante dalle parti della Continassa è quella di Szczesny. In questo caso la Juve non ha aspettato il flusso degli eventi e ha subito bloccato un altro portiere, Michele Di Gregorio. Il rischio però è che si crei una situazione di stallo tale da minare l'equilibrio del gruppo: con l'addio del polacco il club risparmierebbe 13 milioni e chiuderebbe un cerchio di sostenibilità inserendo un portiere di 8 anni più giovane che guadagna la metà; in caso di permanenza rischierebbe di ritrovarsi con un calciatore scontento, costosissimo e dal grande carisma, costretto a vivere quasi da separato in casa fino al prossimo giugno.


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