La sensazione è quella di un inseguimento felicemente ultimato. Tutto dice che oggi sarà il giorno di Thiago Motta alla Juventus. Fosse domani sarebbe solo per cavilli legali che si stanno mettendo in ordine in queste ore. Comunque, il matrimonio è fatto - fino al 2027 - e dalla concentrazione con cui si è lavorato nella giornata di ieri, l’impressione che i fili si possano tirare tutti in nottata, arrivando oggi alla firma e all’annuncio, è altissima. Thiago, dopo una full immersion di tennis a Roland Garros, che è Parigi, casa, si gode casa vera, Cascais. A pochi passi, a Lisbona, Alessandro Canovi lavora sulle carte in collegamento con l’ufficio legale della Juventus. E Giuntoli? Quello che doveva fare lo ha già fatto, in questa fase la sua presenza fisica può essere surrogata da una regia telefonica, da contatti serrati che assolutamente ci sono e ci saranno nelle prossime ore. Fino a ieri pomeriggio non era arrivato in Portagallo (e nessuno può escludere che magari accada nelle prossime ore, ma anche no). Il volo preso nel weekend lo ha portato a Londra. E ora, da buon direttore dell’area tecnica navigato e capace a far nebulizzare un po’ le tracce, fluttua senza che la geolocalizzazione possa darci certezza.
Motta un mix tra Ancelotti, Mou, Gasperini e Klopp
Si può dire che, con più o meno discrezione e tanto rispetto dei tempi di uscita del tecnico italobrasiliano dal prodigio creato a Bologna, alla Juve l’identikit fosse stato tracciato da due-tre mesi pieni. Una volta allineati i pianeti e chiusa la storia con Max Allegri (che, valutato tutto, resta autore di un percorso almeno in linea con i programmi nella sua seconda avventura bianconera) ecco che l’ultimo tassello del puzzle è andato al suo posto: Thiago Motta è l’uomo a cui Cristiano Giuntoli affiderà il progetto per il ritorno della Juve nell’olimpo. Un progetto che guarda sempre alla sostenibilità con l’obiettivo di ricollocarsi nella piattaforma delle ambizioni di un club che trasuda storia e trofei.
L’ex tecnico del Bologna è quello che mixa all’interno del proprio bagaglio di conoscenze gli equilibri di Carlo Ancelotti, la fame di José Mourinho, le manovre offensive ideate da Gian Piero Gasperini e l’aggressione alta di Jurgen Klopp. È quello che ama un’idea di calcio totale con i difensori che sanno impostare e inserirsi, i centrocampisti abili nelle due fasi, gli attaccanti con i piedi da trequartisti e gli esterni con l’istinto del gol. Guai saper fare un solo ruolo, a meno che in quella unicità non si esprima il massimo immaginabile: questo il Thiago Motta-pensiero.
Motta-Juve, idea tattica e scelta
Sarà 4-3-3 con tutte le variazioni sul tema (4-2-3-1, 4-3-1-2, 4-1-4-1, gli appassionati di numeri si accomodino pure per sbizzarrirsi). Chiesa e Szczesny out, Rabiot e Danilo sono due nodi da sciogliere (bello intricato quello del francese), Calafiori sarebbe il simbolo di quel giocatore che sa esprimere la preziosa duttilità mottiana, ma i 40-50 milioni che il Bologna sussurra malvolentieri quando gli si chiede una valutazione per forza, sono lì a dire che in questo momento non c’è proprio voglia di immaginare il suo ragazzo altrove. Il resto, da Koopmeiners in poi, è tutta la Juve che verrà. Con Thiago Motta sovrano.