Il coraggio fa 90. Novanta come i milioni che la Juventus nella prossima settimana dovrebbe tirar fuori dal forziere per regalare due titolarissimi all’inquieto Thiago Motta, che freme per completare il suo undici. Nella complessa tela del direttore tecnico Giuntoli s’intravedono ora due percorsi. La prima strada, battuta in realtà da mesi, porta a Teun Koopmeiners; l’altra conduce a Nico Gonzalez. Koop ha definitivamente rotto con l’Atalanta nel momento in cui ha fatto recapitare a Zingonia un certificato medico per stress, che lo rende inabile al lavoro. È l’ultimo segnale che il calciatore può dare nell’ambito delle proprie possibilità. La palla ora è nel campo della Juve, che per arrivare all’obiettivo deve necessariamente alzare l’offerta da 45 milioni dando seguito alla disponibilità, espressa a parole, di arrivare a 50. Questo rilancio potrebbe non bastare, perché se l’Atalanta prima era ferma alla richiesta di 60 adesso è rigida come il cemento e tornerà a sedersi al tavolo solo con un’offerta che parta dalla soglia dei 55.
Juve-Koopmeiners, la love story
Giuntoli segue il ragazzo dai tempi di Napoli, a marzo dopo Juve-Atalanta (Teun segnò una doppietta) gli avrebbe sussurrato di voler conservare un posto per lui nella nuova rosa e il tuttocampista, per far fede a quell’impegno, dieci giorni dopo rilasciò la famosa intervista in Olanda nella quale svelava di aver ottenuto la parola della Dea per essere ceduto in estate. Si è arrivati così all’accordo con la Juve trovato a giugno (4,5 milioni netti di stipendio) e alla lunga trattativa che dovrà concludersi entro la fine della prossima settimana. In un senso o nell’altro. Anche all’Atalanta conviene scrivere la parola fine sulla telenovela: quella della Signora è infatti l’unica offerta sul tavolo e depauperare un patrimonio come Koop, tenendolo a lungo fuori rosa, non porta alcun vantaggio.
Juve, poi tutto su Nico Gonzalez: lo scenario
La Juve non ha mai toccato il budget che aveva dedicato fin dal principio al sogno Koop, resistendo anche alla tentazione di utilizzare una parte di quei soldi nel momento in cui rischiava di complicarsi l’affare Douglas Luiz; oppure nei giorni scorsi, quando il Nizza ha optato per la cessione di Todibo al West Ham dando l’ultimatum ai bianconeri. I 30 milioni per l’esterno arrivano da altri flussi, generati dalle cessioni dei giovani Soulé e Huijsen. Due giorni fa Giuntoli ha offerto giust’appunto 30 milioni alla Fiorentina per Nico Gonzalez, la Viola ha richieste più alte (tra i 35 e i 40), ma finché non chiude per Gudmundsson segue il diktat di Commisso e non apre alla cessione nonostante la volontà dell’argentino; il Genoa, a sua volta, libererebbe il gioiello islandese solo a patto di trovare un sostituto all’altezza. È un triangolo spigoloso, comunque resta il piano A della Juve che nel frattempo tiene calda la pista Galeno forte - anche qui - del «sì» del calciatore e della disponibilità del Porto a trattare sul prezzo del cartellino. Il titolare di fascia per il 4-2-3-1 e il 4-1-4-1 dovrà in qualsiasi caso arrivare prima della sfida con il Como, questa almeno è la richiesta di Thiago. Per l’altra ala, da prendere anche in prestito, potrebbe esserci tempo fino al gong del mercato fissato al 30 agosto. Il problema per Motta è anche numerico: nell’ultimo test contro la NextGen, visti i 9 elementi fuori dai piani tecnici, la Juve aveva in lista soltanto 19 calciatori e tra questi 3 portieri. Con cinque competizioni da giocare - Serie A, Champions, Coppa Italia, Supercoppa e poi Mondiale - la copera corta è un rischio che nessuno alla Continassa vuole correre.