È da marzo che Gian Piero Gasperini non gradisce - eufemismo - la corte spietata della Juve al suo gioiello più prezioso. Tutto inizia in un pomeriggio invernale torinese che strizza l’occhio alla primavera: l’Atalanta, forse ancora in letargo e lontana parente dalla macchina da fuoco che poi l’Europa avrebbe ammirato a maggio, soffre la foga agonistica di una Juve in grande smalto ed evita una sconfitta, che forse meriterebbe per quanto visto in campo, proprio grazie a una doppietta dell’olandese. Due gol preziosi come la rugiada: il primo (l’uno a zero) dopo un tiro-saetta con il mancino sugli sviluppi di uno schema da calcio di punizione, l’altro (il due a due) sbucando dal nulla tra le linee per beffare Bremer, Gatti e Danilo. A ogni tocco di palla successivo alla rete del pareggio, lo Stadium inizia ad applaudirlo: lo fa per piaggeria ed è un corteggiamento che il ragazzo comincia ad apprezzare.
Juve-Koopmeiners: il primo contatto nella pancia dello Stadium
Al fischio finale, mentre i protagonisti rilasciano le solite interviste, lontano da occhi e telecamere va in scena l’unica chiacchierata che conta davvero: quella tra Giuntoli e Teun. Sboccia così una trattativa che oggi, cinque mesi dopo quel giorno, ancora si trascina: il direttore tecnico bianconero incrocia lo sguardo di Koopmeiners nella pancia dello Stadium, lo ferma, lo saluta con affetto, gli ricorda probabilmente i tentativi andati a vuoto per portarlo a Napoli l’anno precedente e, a quel punto, gli sussurrerebbe che i gol appena segnati sono stati talmente tanto belli che i prossimi allo Stadium sarebbe giusto realizzarli con la maglia bianconera addosso. Teun ammicca, gradisce e ricambia la stima. Divampa il fuoco: tra il calciatore e la Juventus (è una fiamma che non smetterà di ardere) e anche nell’animo di Gasp, che secondo alcuni sarebbe andato su tutte le furie per quello scambio di convenevoli.
Juve-Koopmeiners, l'affare
Da quel giorno i fili si annodano e Koopmeiners inizia a essere un chiodo fisso per la Signora. Dieci giorni dopo il calciatore rilascia un’intervista in Olanda, al Telegraaf, nella quale per la prima volta dice pubblicamente di aver «detto all’Atalanta che voglio andare via in estate» confermando di essere a conoscenza «dell’interessamento della Juve». Meno di due mesi dopo, e siamo a metà giugno, il ventiseienne trova l’intesa economica con la società per un contratto quinquennale da 4,5 milioni netti a stagione (5,9 lordi con i benefici fiscali). L’Europa League conquistata a Dublino non fa altro che aumentare le distanze concettuali tra Teun e la Dea, perché il primo considera il trofeo come un regalo d’addio al termine di un ciclo, mentre la società spera che possa diventare l’occasione giusta per ridiscutere il futuro e favorire magari un ripensamento. Non è affatto così, come finirà per dimostrare il braccio di ferro di luglio e agosto; non un amore estivo e passeggero, bensì la prosecuzione di un rapporto nato da un colpo di fulmine. Anzi due: una splendida doppietta.