Juve, spesa in casa Atalanta: chi sono i tre obiettivi per l’estate

Dopo la sfida al Gewiss Stadium, Giuntoli ha cenato assieme a Gasperini e al ds  D’Amico in centro a Bergamo: i dettagli
Juve, spesa in casa Atalanta: chi sono i tre obiettivi per l’estate
Andrea Losapio

Un'occasione mancata per entrambe o un punto perso? Meglio pensare alla cena. Il pensiero deve essere corso nella mente di chi è stato attore, seppur non in campo, di Atalanta-Juventus. Perché dopo le interviste di rito, il solito conciliabolo con la squadra negli spogliatoi e la diplomazia di ordinanza, tre protagonisti si sono diretti verso il centro di Bergamo, in quello scrigno che è Piazza Pontida, per cenare in uno dei pochi ristoranti aperti anche dopo una certa ora. Il primo è Gian Piero Gasperini, soddisfatto del pareggio ma un po' meno dei mugugni di chi vuole sempre vincere. Il secondo è Tony D'Amico, direttore sportivo dell'Atalanta, alle prese con un mercato non aperto - questo è quello che raccontano le fonti ufficiali, ma poi la realtà sovverte i pronostici - mentre il terzo non si vede poi spesso in città perché è Cristiano Giuntoli, direttore dell'area tecnica bianconera. Non un qualcosa di concordato, visto che all'inizio non erano allo stesso tavolo, salvo poi incominciare a parlare, gioco forza, di quanto appena successo e delle prospettive che possono avere le proprie squadre. Oltre ai vicendevoli complimenti, non è dato sapere se si sia parlato di mercato prossimo venturo, al di là delle sicure battute. 


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Juve, gli obiettivi in casa Atalanta

Quello che è certo è che alla Juventus piacciono tre gioielli di casa Atalanta. Nel corso degli anni però, da negozio anche discretamente caro, la società nerazzurra è diventata una boutique di alta moda, dove serve mettere in conto di spendere molto se non moltissimo. Prima situazione, forse la più semplice, se così si può definire, è quella di Ederson. Non a livelli straordinari nel martedì sera, comunque ampiamente sufficiente e bravo a rintuzzare le offensive juventine, fino ad andare vicino al gol con una fiondata che Di Gregorio non ha dovuto nemmeno sfiorare per disinnescare. L'idea di ricomporre il tandem con Koopmeiners probabilmente stuzzica la Juve che, però, ha nel centrocampo il reparto più fornito, con Fagioli e Douglas Luiz in vendita ma che non trovano per ora una destinazione. Ovviamente l'estate cambia tutto, perché il suo quadro è delineato: ha due anni e mezzo di contratto, non ha intenzione di rinnovare, il suo triennio a Bergamo è stato perfetto ma vuole una nuova sfida. Non è cedibile a gennaio, ma per i canonici 60 milioni estivi potrebbe salutare a giugno. Secondo profilo, Giorgio Scalvini. Nell'ultimo periodo è stato frenato dall'infortunio che ha subito a metà 2024, al legamento crociato, dovendo rientrare dopo mesi lontano dai campi: complice lo stop di Kossounou diventerà fondamentale nella seconda parte di annata, in più la valutazione è difficile da parametrare perché due anni fa sono stati rifiutati 35 milioni da parte di Inter e Paris Saint Germain. Ha un accordo ancora molto lungo, fino al 2028. 

La Juve punta Retegui

Ultimo, ma decisamente non in ordine di importanza, Mateo Retegui. Sebbene negli scorsi giorni ci sia stato un confronto piuttosto acceso con il Gasp (nulla di irreparabile a questo livello) sembrerebbe impossibile smuoverlo dall'Atalanta. Probabilmente sarà così, ma è valutato con attenzione come uno dei nomi per il dopo Dusan Vlahovic, considerati i chiari di luna che aleggiano sopra la sua situazione: servirà una grande opera di convincimento per il serbo, poco propenso a rinnovare oltre l'attuale scadenza al 2026. Per questo motivo Retegui, capocannoniere della A, è monitorato. Pagato oltre 22 milioni ad agosto, il suo costo è triplicato. Certo, molto dipenderà dal rientro di Gianluca Scamacca - previsto per metà febbraio, con processo di riatletizzazione da seguire e piena forma da aspettarsi intorno al mese successivo - ma certe cifre non si possono rifiutare, anche se sei una boutique e hai già in cantiere due cessioni eccellenti come quelle di Ederson, appunto, e Lookman, per cui c'è un prezzo fissato dai 45 ai 50 milioni


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Un'occasione mancata per entrambe o un punto perso? Meglio pensare alla cena. Il pensiero deve essere corso nella mente di chi è stato attore, seppur non in campo, di Atalanta-Juventus. Perché dopo le interviste di rito, il solito conciliabolo con la squadra negli spogliatoi e la diplomazia di ordinanza, tre protagonisti si sono diretti verso il centro di Bergamo, in quello scrigno che è Piazza Pontida, per cenare in uno dei pochi ristoranti aperti anche dopo una certa ora. Il primo è Gian Piero Gasperini, soddisfatto del pareggio ma un po' meno dei mugugni di chi vuole sempre vincere. Il secondo è Tony D'Amico, direttore sportivo dell'Atalanta, alle prese con un mercato non aperto - questo è quello che raccontano le fonti ufficiali, ma poi la realtà sovverte i pronostici - mentre il terzo non si vede poi spesso in città perché è Cristiano Giuntoli, direttore dell'area tecnica bianconera. Non un qualcosa di concordato, visto che all'inizio non erano allo stesso tavolo, salvo poi incominciare a parlare, gioco forza, di quanto appena successo e delle prospettive che possono avere le proprie squadre. Oltre ai vicendevoli complimenti, non è dato sapere se si sia parlato di mercato prossimo venturo, al di là delle sicure battute. 


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