Lazio, tutti i sogni di Provedel: da attaccante a portiere

Centravanti fino a 15 anni, poi il cambio che sentiva dentro: per arrivare in biancoceleste ha dovuto combattere, ma in fondo per lui non è una novità
Lazio, tutti i sogni di Provedel: da attaccante a portiere© Getty Images
Marco Ercole
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ROMA - Per arrivare alla Lazio ha dovuto combattere, ma in fondo per lui non è una novità. Ivan Provedel si è dovuto conquistare un po' tutto nella sua carriera, anche (e addirittura) la possibilità di fare il portiere. Già, non era così scontato, perché prima di scoprire la sua propensione naturale verso il ruolo, l'ottavo acquisto estivo biancoceleste era b, tanto da giocare in quel ruolo fino a quindici anni in settori giovanili importanti come quelli di Pordenone e Treviso. Segnava a raffica, ma il suo sogno era quello di evitarli. Peccato però che i suoi allenatori non avessero alcuna intenzione di assecondare il suo desiderio, convinti che quella non fosse la strada giusta.

Provedel, lo stage

Ma Provedel, già a quei tempi determinato e ostinato, era convinto di ciò che percepiva, di quello che sentiva dentro. Lo era così tanto da pensare di mollare tutto e dedicarsi ad altro qualora non fosse riuscito nel suo intento. Ed è in quel momento di confusione sul proprio futuro che nel suo destino è apparsa una sorta di "ancora di salvezza", uno stage per portieri organizzato dal Liapiave nell'estate 2009. Ivan non ci ha pensato due volte, ha preso la sua borsa e si è presentato all'appuntamento, sebbene quel club fosse di sicuro meno blasonato rispetto ai precedenti settori giovanili di cui aveva fatto parte quando era un attaccante. E ha avuto ragione, perché nel corso del provino è stato adocchiato da uno degli organizzatori, Gianfranco Zigoni, che lo ha segnalato subito al preparatore dei portieri dell'epoca di quella società, Renzo Zanet. A quest'ultimo è bastato un rapido sguardo per capire che quel ragazzo del 1994 avesse qualità sopra la media, così Provedel è stato messo sotto contratto. Da portiere.

Provedel in porta

Ha vinto quella sfida, venendo addirittura promosso con i classe 1993, con i quali ha vinto il campionato provinciale da protagonista. Ha ottenuto la promozione nei regionali, ma quel torneo non l'ha giocato l'anno successivo, perché a quel punto le sue doti erano state notate pure dall'Udinese. La scelta di ripartire da zero per inseguire il suo sogno, insomma, era arrivata al lieto fine. Ma non certo finita, sia chiaro. A quel punto è iniziato il bello, per affermarsi anche a livello professionistico. E dopo un altro anno di esperienza nel vivaio del Chievo, ci ha pensato il Pisa a chiamarlo per dargli il ruolo di numero uno in Serie D. Una categoria vissuta solo in una stagione, a partire dall'anno successivo si è stabilizzato in Serie B con Perugia, Modena, Pro Vercelli, Empoli e Juve Stabia, mettendo nel proprio bagaglio pure con un campionato di Serie A con la maglia dei toscani.

Dragowski, gli incroci

Ecco, proprio al Castellani è arrivato un altro momento decisivo. A gennaio 2018, quello della stagione che ha portato alla promozione in massima serie, nel corso di un allenamento ha riportato una frattura della tibia destra che lo ha costretto a un lungo stop. Ha lavorato duro per recuperare e con la squadra in A è tornato titolare a ottobre di quello stesso anno, salvo poi perdere il posto quattro mesi dopo in favore di Dragowski. Esatto, proprio colui che quattro anni più tardi lo ha di fatto "liberato" dallo Spezia, aiutandolo a esaudire un altro suo desiderio, quello di diventare un giocatore della Lazio. In questi giorni si saranno sentiti sicuramente, qualche messaggio tra ex compagni ci sarà stato. E avranno fatto in modo che entrambe le loro carriere potessero proseguire al meglio. Perché alla fine, in un modo o nell'altro, Provedel è sempre riuscito a far sì che i suoi sogni si esaudissero. Tanto che oggi alle 9 sarà in Mater Dei per le visite mediche, e iniziare quello di vestire la maglia della Lazio.


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