Lazio, un colpo e Sarri chiude il cerchio

Lazio, un colpo e Sarri chiude il cerchio© Getty Images
Xavier Jacobelli
2 min

Orgogliosa, irriducibile, mai doma, la Lazio ha vinto una partita che aveva rischiato di perdere dopo l’errore di Maximiano, inopinatamente capace di lasciarla in dieci quand’erano trascorsi soltanto 300 secondi dall’inizio. 

Se la prima impressione è quella che conta, la squadra di Sarri andrà molto lontano.  
1) Non si è disunita né dopo l’espulsione del portiere, subito brillantemente sostituito da Provedel né dopo il rigore di Arnautovic né quando il nervosismo per l’andazzo che stava prendendo l’incontro sembrava potesse tradirla;  
2) Lazzari è stato il trascinatore, l’uomo che ha letteralmente ribaltato la partita e non soltanto perché ha causato l’espulsione di Soumaoro ed è stato determinante nell’azione del pareggio. La prova dell’esterno è stata magistrale dal primo all’ultimo istante cui è rimasto in campo.  
3) Immobile ha immediatamente onorato la sua fama, guadagnata diventando uno dei più grandi cannonieri a livello internazionale: è il caso di ribadirlo sempre perché tale è l’attaccante che ieri ha segnato il gol numero 183 in maglia laziale, il numero 151 in Serie A, per quattro volte ha vinto la classifica dei marcatori e nelle ultime tre stagioni ha viaggiato alla media siderale di 32 reti fra campionato e coppe.  
4) Forse sarà stato un caso, ma, inserito Luis Alberto, il centrocampo ha funzionato ancora meglio.

Tant’è vero che l’azione decisiva è stata firmata Luis Alberto, Milinkovic Savic, Immobile.  
Se entro il primo settembre, Lotito e Tare prendono anche un terzino sinistro capace di fare le sovrapposizioni, Sarri chiude il cerchio. Con Cancellieri, sulla carta ingaggiato per fare il vice Immobile, ma a sette minuti dalla fine è entrato e ha fatto benissimo l’esterno, pur senza aver mai sostenuto un allenamento in quel ruolo dall’inizio della preparazione. Vai così, Lazio. Il bello deve ancora venire.  


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