ROMA - L’alba della nuova Lazio, cronologia del primo vertice post-Tare. Sono le 17.45, scorre il cancello di Formello, Lotito varca l'ingresso su una macchina grigia, è seduto dietro, accompagnato dalla scorta. Sarri è la prima cosa che scorge una volta che gli si spalanca la visuale davanti. Il tecnico è già lì, tempo cinque minuti e inizia il lungo incontro senza l'ex ds. Il presidente è pronto a dare maggiore ascolto alla versione manageriale del proprio allenatore, indicatore di calciatori e caratteristiche. Ieri, appunto, ha elencato le sue esigenze per un'altra stagione all'altezza. Quattro-cinque giocatori di livello (oltre ai giovani di qualità da plasmare): almeno un vice-Immobile, un esterno d’attacco, un regista alternativo a Cataldi e una mezzala, la cui scelta è condizionata dalla questione Milinkovic, primo rebus da risolvere per poi passare all’assalto degli innesti a centrocampo (Gedson Fernandes il nome più caldo).
Lazio, l'incontro tra Sarri e Lotito: di cosa si è parlato
Il tecnico si è ripresentato nel centro sportivo in camicia blu: era un appuntamento strategico, non di campo. La tuta l'ha tolta a Empoli, trasferta preziosa per chiudere al secondo posto e salire su un gradino mai raggiunto dallo Scudetto del 2000. Da ieri è scattato il tempo delle richieste, degli obblighi e degli impegni reciproci per l'estate. Da una parte ci sono le necessità tecniche, dall'altra i paletti economici, che la Champions League non può buttare giù del tutto. Il budget è superiore rispetto alle scorse sessioni, ma le spese folli non appartengono alla politica societaria ed esistono diversi nodi da sciogliere tra rinnovi contrattuali, riscatti da esercitare (si cerca lo sconto dalla Juve per i 15 milioni di Pellegrini) e investimenti importanti già effettuati. Certi ingaggi rimangono fuori portata.
Lazio, la squadra dirigenziale
All'incontro allargato hanno partecipato anche Angelo Fabiani, da un anno presenza strategica all'interno di Formello, e il segretario generale Armando Calveri. Aspettando le decisioni ufficiali di Lotito ed eventuali candidature esterne, entrambi coopereranno nelle trattative e partiranno come referenti della “formazione” mercato, con cui Sarri potrà costantemente interfacciarsi. L'indirizzo attuale sembra questo, prevedendo un coinvolgimento maggiore nell’area scouting di Gianni Picchioni, fedele collaboratore di Sarri. Altre figure sarebbero al vaglio. Fosse per l’allenatore, aggiungerebbe sicuramente un club manager vicino alla squadra: Angelo Peruzzi è il preferito. Sarri ha ribadito la propria posizione, poi ha lasciato Formello alle 20.45. È stato il primo ad abbandonare il centro sportivo, era abbastanza sereno. Dentro la riunione è proseguita fino a serata inoltrata con Fabiani e Calveri insieme a Lotito, i tre sono andati avanti nei colloqui e nella programmazione. Milinkovic è il primo nodo da sciogliere: si farà un ultimo tentativo per prolungare il suo contratto (scadenza 2024), provando magari a inserire una clausola rescissoria. Il prolungamento, a oggi, è un'ipotesi esclusa dall'agente Kezman. Sarri per questo ha chiesto un'accelerata in un senso o nell'altro, ma difficilmente in queste settimane verrà recapitata un'offerta da 35-40 milioni (la cifra richiesta da Lotito).
Gli innesti che servono a Sarri
Di certo servono due attaccanti, un centravanti e un'ala da aggiungere a Felipe Anderson, Zaccagni e Pedro. Milik è il prescelto come alternativa a Immobile: domani la Juventus farà cadere l'opzione di riscatto (7 milioni + 2 di bonus), subito dopo la Lazio busserà alle porte del Marsiglia. Non solo il mercato in entrata e in uscita, ci sono anche i rinnovi da portare avanti. Zaccagni vuole 3 milioni, è uno dei big da blindare. Nei giorni scorsi c'è stata una fumata grigia per Luis Alberto (richiesta di 3,5 milioni a stagione): Sarri chiede uno sforzo a Lotito per accontentarlo vista l'indecisione sul fronte Milinkovic. È l'alba della nuova Lazio: vanno scacciate le nubi per vedere i primi raggi.
