De Laurentiis apre alla cessione: “Koulibaly? Nessuno può essere obbligato a rimanere”

Il presidente del Napoli ha presenziato a Race for the Cure: “Osimhen? L'abbiamo avuto a mezzo servizio per due anni”
De Laurentiis apre alla cessione: “Koulibaly? Nessuno può essere obbligato a rimanere”© ANSA
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Il Napoli si sta preparando davvero a perdere Kalidou Koulibaly? Dopo le parole del leader della difesa che aveva detto di non voler litigare con nessuno per andarsene, oggi è arrivata la replica del presidente Aurelio De Laurentiis, che ha presenziato a Race for the Cure, di scena a Napoli. Il numero uno azzurro ha poi affrontato un'altra situazione in divenire, quella relativa a Victor Osimhen, anche lui cercato di più di un club.

De Laurentiis: “Vogliamo che Koulibaly resti, sta a lui decidere”

Il presidente del Napoli ha fatto capire di non voler andare alla guerra per la permanenza di Koulibaly anche l'anno prossimo: “È un simbolo del Napoli, e lui se vuole non essere più un simbolo è lui che lo deve decidere. Noi vogliamo che Koulibaly resti, ma non è che la gente la si può obbligare. Ognuno ha una sua dignità e delle sue esigenze. Noi rispettiamo chiunque, a voi risulta che io abbia obbligato qualcuno a restare, anche con qualche anno di contratto? L'unico che ho obbligato, e che saluto perché è un caro amico, è Walter Mazzarri: dopo due anni mi disse che voleva andare via, io gli dissi che sarebbe rimasto. Lui l'ha fatto e ci ha regalato quattro anni di soddisfazione".

De Laurentiis: “Osimhen? Dare giudizi è sempre poco opportuno”

Capitolo Osimhen, che in Premier League pagherebbero oro: “L'abbiamo avuto a mezzo servizio per due anni, dare giudizi è sempre poco opportuno. Ogni campionato è diverso, ogni squadra si modifica nel corso della preparazione: è sempre un'incognita. Quello che dovete mettere sul campo è il lato psicologico: io sono sempre stato dell'idea che ci vorrebbe uno psicologo o una psicologa, perché una donna fa sempre più piacere. Però poi bisogna non mettere gli allenatori nei guai, perché potrebbero dire cose inopportune, creando una barriera di convincimenti nel calciatore stesso che cozzino con l'idea di chi allena. Noi ci siamo sempre astenuti, nel rispetto dell'allenatore". 


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