Napoli, avanza Kim: chi è il gigante che piace agli azzurri

Fisico da granatiere ma grande agilità, per il sudcoreano un’ottima stagione in Turchia: il club partenopeo lo segue da tempo e il profilo desta molto interesse
Napoli, avanza Kim: chi è il gigante che piace agli azzurri
Antonio Giordano
5 min

NAPOLI- Certe volte, prevenire conviene: e visto che non si sa cosa succederà con Koulibaly, un mistero fitto destinato ad avvolgere l’estate intera, il Napoli s’è portato un po’ avanti con il lavoro, ha sistemato una propria strategia alternativa nell’ombra, e se ne è rimasto a contare i giorni che separano da una chiacchierata con il suo fuoriclasse di riferimento o con Fali Ramadani, il manager che lo rappresenta. Un centrale serve, c’è il pericolo che - nel breve o nel medio termine - ne possano tornare utili due e dal data base di Castel Volturno è spuntato, prepotente, un «vecchio», caro pretendente al ruolo... 

Kim torna tra i preferiti del Napoli

Il Napoli ha cominciato a dare un’occhiata in giro, ha rispolverato antichi ricordi, ha ripensato a Min-jae Kim, sudcoreano del Fenerbahce, ventisei anni da compiere e una relazione che a Castel Volturno che da un anno va ingrossandosi: quando il difensore ha cominciato a farsi notare in Turchia, dove è atterrato dodici mesi fa, è iniziato il sottile giochino della seduzione. E a gennaio, quindi come se fosse l’altro ieri, il Napoli ci ha già provato a dotarsi di un corazziere di un metro e novanta, con attitudini non solo acrobatiche. La memoria è uno scrigno prezioso e Min-jae Kim è riemerso di slancio, in un week-end che sa apparentemente di niente e invece lascia germogliare idee da sfruttare a futura memoria. Poi, ovvio, rimane anche Leo Skiri Østigard, ventitré anni circa, un fisico niente male, una predilezione particolare per Fabio Cannavaro e una specie di opzione morale che varrà se il Brighton abbasserà le proprie pretese: le cifre non sono ragguardevoli ma a nessuno fa piacere rinunciare a qualche milione di euro, né a chi compra e né a chi cede. 

Il passato

La parola alla difesa: 31 gol subiti, gli stessi del Milan, uno in meno dell’Inter, e il resto della compagnia, dalla Juventus in poi, che si perde in quel tunnel che ha inghiottito chiunque altro, ognuno con le proprie difficoltà, con zone d’ombra che restano. L’arringa è nei fatti, mica un’opinione, e dentro quei numeri entra tutto, anche la svagatezza di certe giornate (le tre reti di Empoli in otto minuti) e l’emergenza scattata a dicembre, quando Kostas Manolas, dalla sera alla sera, prese il primo aereo e se ne andò in Grecia, a casa sua. Per un po’, là dietro sembrava ci fossero macerie o il senso incompiuto di una stagione insospettabile: Koulibaly infortunato e poi alla Coppa d’Africa; una soluzione teoricamente da immaginare in Di Lorenzo; Rrahmani e Juan Jesus, i cosiddetti «terzi» e «quarti», a fungere da titolari. È andata come ha sussurrato il campionato del Napoli, che con Tuanzebe ha aggiunto poco o niente, secondo antiche tendenze di gennaio. In fin dei conti, non è (ancora) cambiato granché: Ospina ha la valigia in qualche parte del soggiorno, però resta da verificare cosa gli dirà il mercato internazionale. Se fa in fretta, trova ancora Spalletti ad accoglierlo, altrimenti Meret - che non ha gli stessi piedi ma tecnicamente resta tra i giovani all’avanguardia - prende il contratto in lavorazione e lo firma. Tuanzebe ha salutato, portandosi appresso 130’ effettivi (10’ in campionato, il resto in Coppa Italia) e Ghoulam è uscito dagli equivoci ed ha concesso la propria corsia ad Olivera. Il Napoli sa che una parte del proprio destino è legato a Kalidou Koulibaly, contratto in scadenza tra un anno e blablabla: niente che non sia noto all’universo calcio, interpretazioni incluse. Ma la storia è complessa, nel mercato ci finiscono variabili impazzite, e per ora il K2 rimane il leader d’una squadra che Spalletti vuole costruire (anche) intorno al suo capitano. Però Min-jae Kim osserva da lontano, neanche distrattamente.


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