Mertens, 48 ore o sarà addio al Napoli: il retroscena sull'equivoco con De Laurentiis

Un incontro saltato e il patron azzurro in California: la distanza si può colmare se lo vogliono in due
Mertens, 48 ore o sarà addio al Napoli: il retroscena sull'equivoco con De Laurentiis© LAPRESSE
Fabio Mandarini
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Ancora 48 ore. Le ultime, stando a quanto accaduto fino a ieri: cioè, il nulla. Nessuna novità, nessun movimento, nessuna telefonata e stavolta neanche una mail: tra il Napoli e Dries Mertens è calato il silenzio. Che in certi casi, trattandosi di una storia d'amore applicata al calcio (o viceversa), somiglia un po' al prologo della fine. Precisazione dovuta: in tempi di mercato può succedere di tutto, davvero qualsiasi cosa fino all'ultimo istante utile, ma in questo momento i segnali sono pari a zero: Dries ha detto di voler restare anche dopo il fallimentare scambio di lettere elettroniche con la prima richiesta di ingaggio annuale ritenuta eccessiva dal club, aggiungendo però di non aver ricevuto proposte firmate De Laurentiis e dunque ricamando un assist del tipo: mi chiamate o no? Beh, fino a ieri non è successo. Sia chiaro: mai porre limiti alla Provvidenza. Mai. Però in questa vicenda è forse anche il Napoli, cioè il presidente ad aspettare al sole della California un segnale e una vigorosa retromarcia economica: perché d'accordo i sentimenti, la reciproca gratitudine e la bellezza di una favola scritta con 148 colpi di piede d'autore, però il club ha la sua politica e Mertens ha appena compiuto 35 anni. Nel frattempo, in Belgio continuano a parlare dell'offerta dell'Anversa, e di contorno ci sono le prospettive esotiche: dal Messico ai Paesi arabi, passando per Bali.

Mertens e Ospina, contratti terminati tra un paio di giorni

E allora, scende veloce e inesorabile la sabbia azzurra della clessidra: meno quarantotto ore, o giù di lì, e poi sarà giovedì. Giovedì 30 giugno: il giorno della scadenza del contratto di Mertens. E di Ospina: David il colombiano è ritenuto ormai pronto a firmare con l'Al-Nassr, club di Riad e dunque arabo-saudita che tra il 2015 e il 2016 è stato allenato anche da Fabio Cannavaro, ma lui rispetto a Dries non ha mai dichiarato di voler continuare a giocare nel Napoli. Già: Ciro invece lo ha fatto il 14 giugno, dopo Polonia-Belgio di Nations League, allo stadio di Varsavia: «Non so ancora dove andrò l'anno prossimo ma spero di restare a Napoli. Vorrei. Però non ho ancora ricevuto alcuna offerta». Controfferta è più corretto, perché a fare una proposta fu lui attraverso Stirr Associates, lo studio legale di Keerbergen che cura i suoi interessi: rinnovo annuale, fino al 2023, a 2,4 milioni più bonus di ingaggio; più bonus di 1,6 milioni alla firma; più 800mila euro di commissioni per gli agenti. Il club azzurro, pochi giorni dopo e comunque entro i termini indicati, rispose: no, grazie.

Il retroscena del grande equivoco tra De Laurentiis e Mertens 

Dopo lo scambio di mail, mai domo, Mertens dichiarò comunque la sua voglia di Napoli, aggiungendo di essere in attesa di una proposta che ancora non c'è; di una proposta che però, quando ancora il campionato era in corso, galleggiava tra il milione e 200mila e il milione e 500mila euro per una stagione. Il primo approccio andò più o meno così, con tanto di sorrisi e caffè sul terrazzo di casa Mertens, ma poi è venuto fuori un grande equivoco: pochi giorni prima della fine del campionato, il presidente invitò Dries a parlare il lunedì dopo lo Spezia ma lui declinò spiegando di trovarsi già in vacanza (partì per il Belgio la stessa domenica della partita); e poi rilanciò invitando il presidente a vedersi l'indomani, ma lui rifiutò spiegandogli di avere in agenda un importante incontro con Spalletti e Giuntoli. E il resto sono state mail. Gelide. E ora? Facile: ancora quarantotto ore. In attesa di un colpo di scena o di un colpo al cuore: il popolo azzurro, insindacabili interessi e trattative a parte, la vive così.


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