Nista: “Meret? Diverso affiancargli Kepa o Keylor Navas”

L'ex preparatore dei portieri del Napoli: “Siamo sempre partiti per puntare su Alex, i problemi fisici lo hanno limitato. Non soffre la piazza”
Nista: “Meret? Diverso affiancargli Kepa o Keylor Navas”© FOTO MOSCA
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Potrebbe essere l'anno di Alex Meret, anche se il Napoli è alla ricerca di un altro portiere da affiancargli. Partito David Ospina, al momento l'italiano è titolare indiscusso e, secondo l'ex preparatore azzurro dei portieri Alessandro Nista, la scelta sarebbe giusta: “Alex non è esuberante, ma non soffre la piazza. Siamo sempre partiti per puntare su di lui, ma i problemi fisici lo hanno limitato”. A Kiss Kiss Napoli, l'ex portiere ha spiegato: “Meret? Dobbiamo aspettare il campo, ma ha le potenzialità per essere protagonista assoluto”.

Nista: “Con Ospina siamo stati fortunati”

Nista va contro alcuni giudizi che sono stati dati: “Ho letto qualche volta che non ha avuto la maglia da titolare, ma quando sono stato a Napoli non era la realtà delle cose: siamo sempre partiti con l'idea di puntare su Alex, poi ha avuto problematiche fisiche che non gli hanno permesso di avere continuità, e abbiamo avuto la fortuna di trovare un portiere come Ospina, che ha dimostrato la bontà della scelta e le sue qualità da numero uno e da leader nello spogliatoio”.

Nista: “Il campo determina le gerarchie in porta”

Nista è comunque convinto che sarà il campo a parlare: “Due portieri alla pari o un titolare e un sostituto? E' il campo che determina le gerarchie. C'è chi potenzialmente parte in vantaggio e dimostra di essere la scelta giusta, e c'è chi deve fare di tutto per capovolgere le gerarchie”.

Ma chi si deve affiancare a Meret? “Mettergli a fianco Kepa o Keylor Navas è diverso, ci saranno valutazioni più ampie che però noi non conosciamo”.

Nista: “Con Ancelotti, Meret fu l'unico che si salvò nei primi 6 mesi”

Nista continua a spezzare lance per Meret: “Ha un suo tipo di carattere, non è esuberante, ma quando non ha avuto problemi ha sempre dato il suo contributo senza soffrire la piazza o altro. Ricordo i suoi primi sei mesi con Ancelotti: la squadra non aveva raccolto grandi consensi, se c'era un giocatore che s'era salvato, era stato proprio lui. In un momento complicato ha dimostrato di poter sopportare una piazza forte e importantissima come quella di Napoli”.


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