NAPOLI - Poteva essere ‘Re di Spagna’, si è perso un po’ per la strada. Colpa di alcuni infortuni, di coincidenze astrali che non hanno giocato a suo favore e di qualche errore di troppo che per i portieri, si sa, ha sempre un costo maggiore. Ha perso la fiducia in se stesso, Kepa Arrizabalaga, per tutti semplicemente Kepa. Sintesi scritta e orale partita dalla Spagna e accolta con immenso favore in Inghilterra, dove il classe 1994 gioca dal 2018. Nato a Ondarroa, nei Paesi Baschi, da bambino coltivava due passioni: il calcio, ovviamente, poi una decisamente più curiosa: le gare di canto per uccellini. Un hobby trasmesso dal padre, con cui andava a caccia di cardellini tra i boschi della Biscaglia. Una passione che gli ha portato anche un paio di coppe locali e la partecipazione ai campionati nazionali. Nonostante abbia ammesso di avere sempre qualche uccellino in casa, la passione per il calcio - decisamente più redditizia - ha avuto il sopravvento. Kepa è cresciuto ed esploso nell’Athletic Bilbao, dove ha attirato le attenzioni delle big d’Europa. Bravo tra i pali, ottimo coi piedi. Sembrava poter rappresentare il futuro della Spagna, ma non è andata così. Poteva andare al Real Madrid nel gennaio del 2018, ma Zidane ne bloccò l’ingaggio. Avrebbe dato fastidio a Keylor Navas, che era il titolare. Zizou preferì tenersi uno come Kiko Casilla. Kepa si infortunò poco prima della finestra di mercato invernale, l’Athletic gli rinnovò il contratto mettendo una clausola da 80 milioni di euro che 6 mesi dopo il Chelsea fu felice di sborsare facendolo diventare il portiere più pagato al mondo, record che ancora detiene.
La lite con Sarri
Alla prima stagione con i Blues fu protagonista di un episodio controverso: nella finale di Coppa di Lega contro il Manchester City, Maurizio Sarri provò a cambiarlo al 120’ per inserire il ‘pararigori’ Caballero. Kepa si rifiutò platealmente, facendo anche il gesto dell’ombrello all’allenatore italiano: parò un rigore, ma il Chelsea ne sbagliò 2 e la coppa andò al City. A fine partita Sarri parlò di ‘grande malinteso’, ma Kepa fu multato dal club. Qualche mese dopo, era tra i titolari nella finale di Europa League vinta sull’Arsenal (4-1).
Fasi alterne
Nella stagione successiva, cominciarono i primi veri problemi. Lampard non lo schierò in alcune partite fondamentali per il Chelsea, poi dopo un paio di errori grossolani perse la titolarità in favore del nuovo acquisto Edouard Mendy. Si rifece parzialmente all’inizio della scorsa stagione, quando nella finale di Supercoppa Europea contro il Villarreal entrò al 120’ (per Mendy) e parò i rigori decisivi per la vittoria del Chelsea. Un contentino, come quelli ricevuti quando Mendy è dovuto andare in Coppa d’Africa con Senegal. Titolarità ritrovata solo per poco, ma che grazie alle sue parate ha portato il Chelsea di nuovo in finale di Coppa di Lega, stavolta contro il Liverpool. A Wembley, lo scorso 27 febbraio, entrò ancora una volta al 120’, ma non parò nemmeno uno degli 11 rigori che ci vollero ai Reds per vincere la coppa.
Fuori dalla Spagna
L’esplosione di Mendy e le sue prestazioni poco brillanti gli hanno insomma fatto perdere non solo la titolarità nel Chelsea, ma anche le chiamate da parte del ct della Spagna, Luis Enrique. Lopetegui, il suo predecessore, l’aveva convocato per Russia 2018, ma al prossimo Mondiale, in Qatar, rischia seriamente di non esserci. Unai Simón, quello che era il suo vice all’Athletic, è ora il titolare della Roja. Stesso anno di nascita, ma storie che hanno preso strade diverse. A 27 anni, in piena maturità, ha voglia di riprendere quel cammino che si è bruscamente interrotto. Napoli può essere la piazza giusta per ritrovare se stesso, la Spagna, la gioia di giocare al calcio.