L’esperienza ce l’ha, le qualità pure. A Keylor Navas manca solo una cosa: un club che gli dia fiducia e che gli permetta di arrivare in forma al Mondiale con il Costarica. L’alternanza con Gigio Donnarumma, l’anno scorso, l’ha reso scontento. Aver perso la titolarità in favore dell’italiano, l’ha quasi convinto ad andare via da Parigi e dalla sua comfort zone. Il ‘tico’, oltre a essere un portiere con un palmares da far invidia a chiunque, ha anche un’altra qualità: ovunque sia andato, s’è fatto amare. Dai tifosi, ma soprattutto dai compagni di squadra. Silenzioso, non un guascone, solo tanto lavoro e serietà, ma a 35 anni, alla fine dell’ultimo campionato con il Psg, qualche sassolino dalla scarpa s’è l’è tolto ammettendo di aver vissuto una stagione insostenibile e irripetibile per colpa dell’alternanza. Con tutto il rispetto per Donnarumma, non deve essere facile per un portiere come lui ricoprire il ruolo di vice, status con il quale è stato ufficialmente etichettato dal nuovo allenatore del Psg, Christophe Galtier.
Keylor Navas, un portiere amato
Ha voluto attendere, visto che il suo contratto scade tra due anni. Ha aspettato le prime amichevoli nel tour in Giappone, le prime due uscite ufficiali, ma sia in Supercoppa che all’esordio contro il Clermont è rimasto in panchina a guardare. Il rischio di fare il vice tutto l’anno è concreto e allora meglio non rischiare, anche se significa lasciare un gruppo che lo stima e in cui è considerato uno dei senatori, amici come Sergio Ramos, col quale è spesso andato in vacanza, ma anche rapporti che vanno oltre il calcio e grazie ai quali è riuscito a integrarsi in spogliatoi non certo facili come quelli di Real Madrid e Psg. Esponente di spicco del ‘clan’ degli ispanofoni di cui a Parigi s’è parlato tanto negli ultimi anni: giocatori che d’imparare il francese non ne hanno mai sentito la necessità e che hanno creato un mini gruppo nel quale era difficile entrare per gli altri componenti della squadra. Quest’anno il ds Luis Campos sta provando a rendere più variegata la rosa, come dimostrano gli acquisti dei portoghesi Vitinha e Renato Sanches oltre che dei francesi Ekitike e Mukiele.
Keylor Navas, un déjà vu
Navas lo conoscono tutti: non è altissimo per essere un portiere (185 cm), ma compensa con rapidità, istinto e grandi qualità con i piedi. Il suo stile è molto simile a quello dell’ex napoletano Ospina, uno dei motivi per cui il club di De Laurentiis lo sta cercando. La sua esperienza in Champions è rinomata: con il Real Madrid ne ha vinte tre di fila da titolare diventando un punto fisso della formazione di Zidane, dalla quale è poi uscito progressivamente lasciando l’eredità a Courtois. A Parigi, però, al di là dell’affetto dei tifosi, la stima della società è venuta progressivamente a mancare, soprattutto dopo quell’errore decisivo in Champions contro il Manchester City nelle semifinali del 2021. Valutò male il tiro-cross dell’1-1 di De Bruyne che nel ritorno di Parigi (1-2) spalancò le porte della finale ai Citizens. Momento spartiacque della sua esperienza in Francia: il Psg, pochi mesi dopo, decise di puntare su Donnarumma, collega con cui il rapporto è stato civile e professionale. Ora, però, c’è un Mondiale alle porte, probabilmente l’ultimo della sua carriera: arrivarci in forma, per il suo Paese, è un dovere morale.