Simeone e Raspadori, doppio colpo per il nuovo Napoli

Prima gli addii di Insigne e Mertens, poi la cessione di Petagna al Monza: come varia l’attacco azzurro a pochi giorni dall’inizio del campionato
Il ventiduenne talento del Sassuolo Giacomo Raspadori trova posto nel tridente titolare azzurro© ANSA
Antonio Giordano
4 min

Per non starsene rinchiuso dentro a quella bolla, Giovanni “cholito” Simeone ha provato a distrarsi e semmai a sorriderci su: stavolta, visto che il campionato sta per cominciare, una delle sue vittime sacrificali, quella alla quale ne ha fatti quattro, strappandole uno scudetto - poi rimasto in albergo a Firenze - gli toglierà il sonno per altro. Prima, sino all’anno scorso, l’aspettava gonfiandosi dentro, come può capitare legittimamente a un attaccante che dinnanzi ad un avversario prestigioso si carica; mentre stavolta, in queste ore egualmente stressanti, avverte il cuore in gola e l’ansia che ti afferra al petto, perché sta per cambiare la propria vita. Un argentino, chiunque, vive nel mito di Diego e un calciatore, figlio di tanto padre, porta con sé non solo le emozioni d’una città - Napoli - che ha affinità elettive con Buenos Aires e con l’Argentina, ma pure tutto ciò che ha ascoltato da bambino: mica favole, storie di vita vissuta.

Napoli per il “cholito” è Maradona, è ciò che gli ha sussurrato il papà, quello che gli ha canticchiato Cristiano Giuntoli, da marzo scorso, quando cominciando a prevedere il futuro lo ha scelto: è cominciata un bel po’ di tempo fa questa liaison, e adesso che sta per essere celebrata, sull’altare è in comprensibile ritardo l’officiante. Perché il Napoli e Simeone si sono già detti, urlandoselo, quel sì che vale un quinquennale a 1,8 milioni a stagione; ma ora tocca al Verona, che chiaramente ha interessi diversi - sempre poco concilianti tra chi acquista e chi vende - e comunque Setti, informato dei fatti, è persona tutta d’un pezzo che con il Napoli ha chiuso già affari, altri sono venuti meno per dettagli e di nuovi ne potrebbero germogliare: bisogna verificare le necessità dell’Hellas, soprattutto la tempistica sul conguaglio. In teoria, perché guai buttarla sul semplicistico, ci sarebbe anche la cifra pattuita: i due milioni e mezzo che il Napoli ha ottenuto dalla cessione di Petagna al Monza verrebbero girati immediatamente come anticipo-prestito; il resto, altri dodici milioni di euro, sarebbero da riconoscere in futuro, tra una o due annualità, ed arriverebbero comunque dalla Brianza, da dove ne partiranno, nella prossima estate, altri 12 e mezzo. E’ un complicato intrigo, anche una forma di equilibrismo finanziario, che rispetta il bilancio e pure l’organico: Simeone, come Petagna, ha le valigie sistemate nel cofano della macchina, è pronto a mettersi in viaggio per sostenere le visite mediche ma deve ottenere il «via libera» dalle società. L’ultimo miglio rimane sempre quello più pericoloso.

Prova di bomber

Ma contemporaneamente nell’ennesima giornata arroventata, si sono incrociate le chiacchierate con il Sassuolo, per provare a definire anche il destino di Giacomo Raspadori, tirato per la maglia da AdL e trattenuto, sempre per la casacca, da Giovanni Carnevali, quasi rassegnato a perdere (ma a peso d’oro) l’enfant prodige allevato amorevolmente in casa: «Trattativa non facile ma che andrà chiusa in questa settimana. Spero che la conclusione della vicenda non sia lontana, vorremmo esaurire il discorso - in un senso o nell’altro - prima che cominci il campionato. Noi terremo volentieri Raspadori ma sappiamo anche che vuole andare in un grande club». Simeone più Raspadori, rappresentano il volano per un progetto nuovo, tecnicamente e (pure) anagraficamente, al quale coprire poi le spalle: perché Keylor Navas, a Parigi, resta la prima scelta per ripartire (non solo) dal basso.


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