Napoli, ore decisive: De Laurentiis vede Spalletti per contratto e mercato

Dal ritiro a Dimaro ai possibili addii, arriva l'incontro dal vivo chiesto dal tecnico: in casa azzurra si riparte dall'intesa tra i due maggiori artefici dello scudetto
Napoli, ore decisive: De Laurentiis vede Spalletti per contratto e mercato© LAPRESSE
Antonio Giordano
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NAPOLI - Non è mai troppo presto per guardarsi negli occhi e parlarsi e dirsi tutto, senza lasciare che le lacrime per la gioia di uno scudetto atteso trentatré anni facciano velo. E magari non è mai neppure troppo tardi per trovare ulteriori convergenze, scoprire altre affinità elettive, andare a scovare tra le pieghe del futuro quelle somiglianze che rappresentano la “diversità”: Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti hanno riscritto (assieme) la Storia, l’hanno fatto rivoluzionando il calcio - loro con Giuntoli - rielaborando codici nuovi, quasi inapplicati e ora che quel sogno se lo stanno vivendo, proveranno a dargli ancora un senso. Quando Napoli è ancora immersa in se stessa, in quella dimensione onirica scoperta una settimana fa a Udine, Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti riafferrano la normalità, si direbbe il Progetto, e lo sistemano al centro di una tavola e dei propri pensieri: accadrà, probabile e quasi certo, in serata, quando dall’agenda dell’uno e dell’altro dovrebbero essere depennati gli impegni, perché questa non è una cena normale, c’è dentro molto di loro.

Costruire insieme

Il contratto c’è, verissimo, è stata esercitata l’opzione per il rinnovo automatica con la pec, però questa è la burocrazia da assecondare rigorosamente, poi c’è il dialogo frontale e l’empatia che ha bisogno di altro: del contatto personale, del confronto. Aurelio De Laurentiis ha una tentazione, forte, che mischierà tra le pietanze: proporre all’allenatore che gli ha offerto l’eternità un biennale, perché il calcio sexy è sotto gli occhi di tutti, e la Bellezza che è stata spruzzata in Italia e in Europa è un patrimonio da non lasciar estinguere, non certo adesso. E Spalletti, l’ha sostenuto in pubblico, non ha pretese economiche («io sono un uomo fortunato, la mia bistecca quotidiana ce l’ho disponibile sempre») ma un sano sentimento verso se stesso che lo spinge ad interrogarsi, ad annusare il vento e a comprendere la direzione. Il Napoli che gli è piaciuto sin dal primo momento, anzi persino prima di prenderselo («mi sono innamorato di questa squadra quando ancora non ero qui e però la seguivo») poi l’ha stordito ancora di più, l’ha disegnata a propria immagine e somiglianza, ne ha colto la professionalità e la vocazione al sacrificio: ma a 64 anni, con trenta di panchine alle spalle, è chiaro che un allenatore debba essere consapevole delle insidie del mercato, dei possibili ed imprevedibili mutamenti.

Le riflessioni su Osi e Kim

De Laurentiis non vuole vendere Osimhen, semmai gli piacerebbe rilanciare, e però sa anche che non potrebbe (non potrà) opporsi al Manchester United, che sta un pezzo avanti con il management del coreano Kim: 58 milioni di euro pronti, aspettando la finestra che dal 1° al 15 luglio che consente di strappare il difensore al Napoli. E quello sarà argomento di riflessione, ovvio.

Un giapponese nel mirino

Nella lista della spesa, uno dei nomi cerchiati d’azzurro è quello di Daichi Kamada (27 anni ad agosto), centrocampista giapponese dell’Eintracht Francoforte che si svincolerà tra un mese e mezzo: trattativa avviata e stoppata, per l’irruzione del Milan, che ha proposto più soldi e che sembra improvvisamente avvantaggiato. Ma queste sono le dinamiche del mercato, non irritano e non sconvolgono.

La serata giusta

Il suo allenatore «supercazzuto», «l’eroe che merita tutto il palcoscenico», De Laurentiis vuole tenerselo («non me lo faccio scappare»): domani la squadra parte per Monza, lunedì Spalletti sarà a Bologna a ritirare il premio Bulgarelli, quella di venerdì 12 maggio può essere la serata giusta per sistemare ogni dettaglio, per raccontargli che, forse, si vedrà, con la Sampdoria si potrebbe giocare il 2 giugno; che giovedì, invece, verrà presentato il ritiro a Dimaro-Folgarida, la base di (ri)partenza verso la gloria. ADL-LS: cioè, cosa ci andrebbero a fare sopra a Posillipo se non si volessero più bene?


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