Napoli, da Gasperini a Conte: tutti gli uomini nella lista di De Laurentiis

Giorni decisivi per la scelta del nuovo allenatore azzurro, con il presidente che nelle prossime ore dirigerà un vertice societario: i dettagli
Napoli, da Gasperini a Conte: tutti gli uomini nella lista di De Laurentiis
Fabio Mandarini

Una riunione per guardarsi negli occhi, sfogliare il dossier, analizzare pro e contro e fare il punto della situazione. Aurelio De Laurentiis si avvicina alla scelta del nuovo allenatore del Napoli: oggi, a quanto pare, è in programma un vertice societario per affrontare il tema e accelerare l’incoronazione dell’uomo che dovrà guidare la rifondazione del Napoli.

Napoli, l'identikit del nuovo tecnico

Un mostro - si fa per dire - a tre teste: dovrà essere un tecnico capace di esaltare la squadra in campo e nello spogliatoio; un leader carismatico; un abile motivatore di anime svuotate. Un personaggio di spessore, insomma, vincente e affamato al di là del palmares. In grado di lanciare i giovani e rilanciare i più esperti che, magari inconsapevolmente, dopo lo scudetto hanno perso un po’ di riferimenti. Una figura che ingolosisca anche gli sponsor, prestigiosi partner o candidati tali. A leggere tutto d’un fiato, sembra l’identikit di Gian Piero Gasperini, il vate della Dea scintillante, il preferito della lista che da qualche giorno è al centro di un dialogo a distanza con Adl, fatto di messaggi di reciproca ammirazione: la stima del presidente è datata. A leggere ancora, però, le caratteristiche appartengono anche ad Antonio Conte, un altro vecchio pensiero di De Laurentiis, un amico a cui avrebbe già affidato la rivoluzione d’ottobre, prima ancora della rifondazione di giugno.

De Laurentiis, un poker di nomi per la panchina

Nella lista comandano questi due signori allenatori di anni 66 (il Gasp) e 54: esperienza - tanta - ma pure il fisico bestiale e il piglio di chi non ammette repliche al cospetto del dio lavoro. Per la cronaca, sono entrambi fautori della difesa a tre, una svolta per il Napoli rispetto al recente passato: da queste parti non si vedeva dai tempi del primo Mazzarri e s’è rivista un paio di volte nel Mazzarri bis (in condizioni di tremenda difficoltà). Nella lista di Adl, però, ci sono anche i registi della difesa a quattro e del tridente, o del 4-2-3-1: Vincenzo Italiano e Stefano Pioli. Il poker è sul tavolo: è tempo di leggere.


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De Laurentiis-Gasperini, il precedente del 2011

De Laurentiis-Gasperini, atto terzo. Il titolo del nuovo film d’amore calcistico tra il presidente del Napoli e l’allenatore dell’Atalanta è quasi scontato, comunque un grande classico, quasi ad arte per la storia: si sono avvicinati, sfiorati, finanche toccati e però mai abbracciati per bene. Per ben due volte. Una addirittura clamorosa, tredici anni fa: correva il 2011 e per un giorno il Gasp fu davvero il tecnico virtuale di Adl, salvo poi ritrovarsi con un pezzo di carta (straccia) tra le mani, dopo la pace improvvisa tra il presidente e il dimissionario mancato Mazzarri. Capita. Cose di calcio e business. Ma la stima, beh, resta. Non è mai passata, scalfita, magari è aumentata: Gasperini vola con la Dea e De Laurentiis, neanche una settimana fa, lo ha dipinto come «il bravissimo allenatore di una squadra che fa un calcio molto interessante». Una buona prima di servizio, quasi ace, a cui domenica il tecnico ha replicato con un rovescio a due mani forte e preciso dopo la vittoria con la Roma: «Aurelio ha sempre dimostrato grande stima per me. E sì, nel 2011 mi scrisse un contratto su un tovagliolo: è vero, ma poi sono andato all’Inter. In questo momento, comunque, non ho tempo per il futuro: penso a questa stagione che è già straordinaria, ma non è finita perché non abbiamo ancora fatto nulla». Sacrosanto. Ma DeLa ci pensa eccome. E ha pure tirato fuori il servizio da tavola delle grandi occasioni.

Nel 2019 la visita di Giuntoli a Gasperini

Tra il 2011 e quest’anno, annata di una scelta fondamentale per il futuro del Napoli, c’è stato anche un intermezzo per interposta: era il 2019, il tramonto della prima stagione di Ancelotti, e l’allora ds Giuntoli fece visita a Torino proprio a lui, al Gasp. Un giro di perlustrazione, un caffè fatto in casa. Un modo di confermare ancora la stima del Napoli nei suoi confronti: un saluto, diciamo. E arrivederci fu. Erano davvero altri tempi, ma qualche mese dopo accadde l’inimmaginabile: De Laurentiis esonerò Carletto, salvo poi pentirsene amaramente (e ammettere l’errore con grande sincerità).

Gasperini in cima alla lista del Napoli

Gasperini, insomma, è stato più volte in orbita azzurra, però questa volta è diverso. Molto: De Laurentiis cerca un allenatore in grado di rianimare la squadra e l’ambiente, non ci sono tecnici vicini alle dimissioni e neanche altri già seduti in panchina, e soprattutto Gasp ha ogni requisito per rilanciare il Napoli attraverso il lavoro, il calcio puro, la serietà e l’ambizione. In sintesi: se si trova in cima alla lista, nonostante sia sotto contratto fino al 2025, non è un caso. È consenso universale. Un’anima che tra l’altro andrebbe a comporre l’ossatura della nuovissima era - quella successiva alla New 3ra post scudetto - con il responsabile in pectore dell’area sportiva, Giovanni Manna, ancora formalmente legato alla Juventus ma ormai vicino all’investitura ufficiale. Sì: potrebbe accadere già dopo la finale di Coppa Italia che i bianconeri giocheranno domani a Roma. Guarda caso proprio contro l’Atalanta del Gasp. Ma pensa un po’ i colpi di scena. Dell’atto terzo.


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Napoli, c'è anche Conte in corsa per la panchina

Ottobre 2023, cinque mesi dopo lo scudetto e sette prima del tracollo: De Laurentiis provò a correre in tempo ai ripari, a correggere al volo una scelta sbagliata (Rudi Garcia) con una che riteneva perfetta per rilanciare in un amen lo spirito già tremolante dei campioni d’Italia e le ambizioni Champions. E così chiamò Antonio Conte per offrirgli la panchina del Napoli: lui, però, ringraziò e declinò con cortesia un’offerta super di ingaggio, spiegando la sua voglia di famiglia, di riposo, e soprattutto di evitare un salto a bordo in corsa. Non era una questione di stipendio: preferiva un progetto in bianco, da disegnare insieme, da zero, secondo principi e idee condivise. Bene: oggi esistono queste condizioni. E la stima di Adl, un amico a cui lo lega un rapporto datato, è intatta: il pensiero per Conte è sempre lì, sullo sfondo, aleggia e si fa sentire, ma il suo arrivo sottende investimenti corposi che, senza la famosa Champions e neanche l’Europa League, impongono riflessioni serissime all’interno del club. Già: se proprio andrà bene e anzi benissimo, il Napoli farà la Conference, ma il fatto non è questo. No: il presidente è sempre attratto dalla prospettiva di lavorare con un allenatore dello spessore tecnico e caratteriale di Conte, ma gli impegni sarebbero notevolissimi. Bisognerebbe giocare con i bonus e le basi fisse, riuscire a coniugare le reciproche esigenze e ritrovarsi tutti felici e contenti. Missione non semplice. Ma l’idea resta, resiste. È in lista Conte, altissimo in gradimento; e in questi mesi, e nel corso delle varie chiacchierate con De Laurentiis, ha avuto modo di capire e conoscere ogni aspetto del pianeta azzurro. Dopo le ultime figure magre o magrissime della squadra, tra l’altro, il presidente s’è convinto sempre più della necessità di puntare su un leader vero come Gasp e come il signor Antonio, 54 anni, ex ct della Nazionale, ex Juve, Inter, Chelsea e Tottenham, l’ultima esperienza fino alla risoluzione di marzo 2023. Ha fatto lo spettatore, si è aggiornato e ha atteso che l’adrenalina ritornasse sotto la pelle: ora deve soltanto schizzarla su una squadra a modo suo.

Italiano e Pioli gli altri due assi sul tavolo di Adl

Poi, dicevamo, sul tavolo di Adl ci sono altri due assi, i tecnici della difesa a quattro: Vincenzo Italiano, 46 anni, il prossimo avversario alla guida della Fiorentina e l’ultimo ostacolo della disperata operazione-Conference. Ultimi attimi viola, per lui: farà proprio la finale di Conference, la seconda consecutiva, giocherà venerdì contro il Napoli e per finire con il Cagliari e l’Atalanta nel recupero. E poi saluterà: anche Italiano è nei pensieri di De Laurentiis dai tempi dello Spezia. Molti anni. Al presidente piace come tecnico e a livello umano, personale, pure Stefano Pioli, 58 anni, un altro anno di contratto con il Milan ma la parentesi rossonera già virtualmente chiusa: dovrà liberarsi, cioè trovare un accordo con il Diavolo che lanci il brindisi tra vecchi amici, e poi si vedrà. Lui, nel frattempo, glissa: ogni volta che viene fuori l’argomento del futuro, rimanda tutto ai colloqui di fine stagione. Questione di giorni, ormai.


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Una riunione per guardarsi negli occhi, sfogliare il dossier, analizzare pro e contro e fare il punto della situazione. Aurelio De Laurentiis si avvicina alla scelta del nuovo allenatore del Napoli: oggi, a quanto pare, è in programma un vertice societario per affrontare il tema e accelerare l’incoronazione dell’uomo che dovrà guidare la rifondazione del Napoli.

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De Laurentiis, un poker di nomi per la panchina

Nella lista comandano questi due signori allenatori di anni 66 (il Gasp) e 54: esperienza - tanta - ma pure il fisico bestiale e il piglio di chi non ammette repliche al cospetto del dio lavoro. Per la cronaca, sono entrambi fautori della difesa a tre, una svolta per il Napoli rispetto al recente passato: da queste parti non si vedeva dai tempi del primo Mazzarri e s’è rivista un paio di volte nel Mazzarri bis (in condizioni di tremenda difficoltà). Nella lista di Adl, però, ci sono anche i registi della difesa a quattro e del tridente, o del 4-2-3-1: Vincenzo Italiano e Stefano Pioli. Il poker è sul tavolo: è tempo di leggere.


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