Ciò a cui ieri ha assistito il mondo del calciomercato mondiale, nel giorno del gran finale del reality show (con tweet) Osimhen-Napoli-Al Ahli-Chelsea, forse si vede soltanto alle aste di fantamercato. Quelle tra amici o amici ma non troppo: è fatta con l’Al-Ahli, anzi no; c’è il Chelsea che s’inserisce, va in sorpasso e frena; è tutto pronto per l’annuncio del trasferimento di Osi in Arabia. Ops, forse sta saltando: c’è Ivan Toney che fa le visite mediche a Londra con l’ A l-Ahli, pronto ad acquistarlo dal Brentford. Ahia, è saltata sul serio: per una differenza di 5 milioni tra domanda (70) e offerta (65), dicono e giurano che sia così. Un affare di tale portata, con uno stipendio al giocatore compreso tra i 30 e i 40 milioni per 4 anni, più una clausola rescissoria da una cinquantina di milioni per tornare in Europa, che salta per 5 milioni. Una somma che i comuni mortali fanno fatica a immaginare, ma che per certi affari del calcio equivale a cinque un caffè. Incredibile ma vero. Più credibile, invece, il fallimento dell’affare con il Chelsea: il Napoli aveva già l’accordo, nessun problema arrivare a 70 milioni tra prestito oneroso (10) e riscatto obbligatorio (60), ma Osi e i Blues non sono riusciti a trovare la quadra sull’ingaggio per il salary cap. Troppo basso il tetto inglese per i suoi standard da 11 milioni a stagione fino al 2026, il salario garantito dal Napoli. Che ora, se entro la chiusura del mercato arabo del 6 settembre non troverà una nuova soluzione per Victor, almeno fino a gennaio dovrà gestire il caso di un centravanti che voleva andare via a ogni costo e che ieri ha concluso la giornata furibondo come mai. Che non ha mai giocato una partita, neanche un’amichevole, e che seppur vicino è distante anni luce dal Napoli: qualcosa dovranno inventarsi. E così, per come sono andate le cose, volendo Conte potrebbe anche schierare un attacco con due punte: Osimhen-Lukaku. Magari con Kvara in appoggio: discreto vero? Da fantacalcio.
Osimhen e la gabbia dorata
Vale la pena ripeterlo: fino al giorno della chiusura della finestra dei trasferimenti in Arabia può ancora accadere qualcosa, anche se è molto, molto difficile. Fatto sta che il mancato trasferimento di Osimhen in Premier, Liga, Ligue1 o Bundesliga dovrà far riflettere molto: davvero paradossale per le qualità del calciatore, un centravanti di 25 anni capace di cambiare le partite e le squadre. E il Napoli, per ora, dovrà pagare il suo maxi stipendio pur avendo investito su Lukaku e company: un rischio calcolato, evidentemente. O magari solo un rischio che Adl ha voluto correre. Osi, intanto, sarà azzurro fino a gennaio se non cambierà nulla: club e giocatore, a quel punto, dovranno guardarsi in faccia e decidere cosa fare. Magari (sicuramente) coinvolgendo Conte, fino a oggi spettatore di una storia che nessuno è stato capace di risolvere. Agenti, intermediari e amici degli amici. Osimhen, uno dei più forti centravanti in circolazione, è rimasto imprigionato nella gabbia dorata del suo stipendio e della clausola rescissoria da 130 milioni, inserita a dicembre 2023 in sede di rinnovo: sono 8 mesi che in tanti ritenevano Victor già venduto o comprato, ma ieri un po’ tutti hanno capito la differenza tra il mercato e il fantamercato.