Belotti aspetta la Roma: cosa deve succedere prima della firma

Tre milioni a stagione per quattro anni di contratto: l’attaccante non vede l’ora di raggiungere i giallorossi. Tiago Pinto però deve prima cedere Shomurodov
Belotti aspetta la Roma: cosa deve succedere prima della firma© Getty Images
Roberto Maida
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ROMA- Contratto da tre milioni netti a stagione moltiplicati per quattro anni. La Roma ha già un accordo con Andrea Belotti, al quale ha chiesto di aspettare qualche giorno prima di impegnarsi con altre squadre. Da un mese, da quando cioè si è svincolato dal Torino, l'attaccante della Nazionale ha tenuto in sospeso ogni trattativa proprio perché sa che Mourinho lo vuole nella sua squadra. Il Monaco prima, il Valencia poi. Presto spera che la strategia di attesa paghi. Però occorre far presto, a due settimane dall'inizio del campionato non c'è più tempo da perdere. 

Lo scatto per Belotti

Belotti era stato la prima scelta della Roma per il ruolo di centravanti nell’estate 2021 prima dell’addio di Dzeko e del colpo Abraham. Allora la richiesta del Torino, 30 milioni per un giocatore che si avvicinava alla scadenza del contratto, fu giudicata non congrua. Adesso però l'occasione è troppo ghiotta per essere ignorata. In piccolo, è lo stesso ragionamento che i Friedkin hanno fatto prima di piombare su Dybala. Ingaggiare un calciatore di livello a parametro zero, e in età non proprio avanzata, può rappresentare un arricchimento tecnico e un investimento. 

Il nodo

Il problema però stavolta è ineludibile: i numeri di una rosa piena di spine. Tiago Pinto si muoverà per chiudere l'affare solo dopo aver perfezionato la cessione di Shomurodov, che piace al Bologna e non solo. Il general manager avrebbe voluto rilanciare il suo investimento, trattenendolo a Trigoria, ma ha realizzato che sarebbe controproducente insistere: Mourinho lo ha escluso dalla trasferta israeliana appena conclusa e non lo vede proprio. Chiede un centravanti e ha indicato Belotti, senza se e senza ma. Resta da trovare una soluzione per Shomurodov, che la Roma non vuole dare in prestito secco. Lo lascia partire solo se il club ospitante accetta un diritto di riscatto a condizioni ragionevoli, sul modello Wijnaldum al contrario.

I giocatori in uscita

Perché il futuro è oggi, nel calcio. E’ la prima lezione che i Friedkin hanno imparato nel loro biennio di master italiano. Dopo aver vinto la Conference, hanno rafforzato la convinzione che il risultato sportivo inneschi anche un circuito virtuoso in ambito economico. La sfida adesso è convincere l’Uefa della sostenibilità del loro piano di ristrutturazione finanziaria. Finora hanno quasi solo investito, pompando il monte stipendi e tappando i buchi con il patrimonio personale: 619 milioni già iniettati nell’affare Roma. A Tiago Pinto quindi la proprietà chiede di vendere i tanti esuberi, per produrre plusvalenze e tagliare i costi. Oltre a Shomurodov vanno piazzati il prima possibile Kluivert, Carles Perez, Diawara, Villar, Calafiori, più i vari giovani che non possono più giocare nella Primavera e magari altri come il giovane Felix, che ha diversi estimatori e con Belotti perderebbe importanza nei piani tecnici. Al momento le offerte che la Roma ha ricevuto per i giocatori in sovrannumero non sono state convincenti. Ma il mercato è ancora lungo. Anche per Veretout, che interessa al Marsiglia e aspetta il via libera di Mourinho. Per ora semaforo rosso.


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