Quanto chiede la Roma per cedere Zaniolo: ecco il prezzo e quella condizione per l'addio

Il club vuole venderlo da tempo e lui vuole andare via: sono tutti d’accordo. Ma manca l’acquirente
J. Aliprandi e R. Maida
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Nicolò Zaniolo è in vendita. Anzi in svendita, proprio nel periodo invernale dedicato ai saldi. Il clamoroso scenario ha preso corpo nelle ultime ore, seguendo un percorso condiviso tra le parti. All’inizio della settimana il general manager della Roma, Tiago Pinto, ha incontrato l’entourage del giocatore. Dalla riunione è emersa una verità non più rimandabile: la Roma non intende investire su Zaniolo, rinnovandogli il contratto che scade nel 2024, e Zaniolo non ha più voglia di restare sospeso tra un presente turbolento e un futuro ignoto. Sono tutti d’accordo. Adesso il procuratore, Claudio Vigorelli, ha il compito di portare un’offerta a Trigoria entro la fine del mese per favorire una separazione immediata.

L'addio a Zaniolo non è semplice: ecco i motivi

Non è così semplice. Perché Zaniolo piace a tanti, ormai soprattutto all’estero e soprattutto in prospettiva, ma nessuno ha mosso un passo decisivo per acquistarlo. Se non ci saranno accelerazioni nei prossimi dieci giorni, l’affare sarà rimandato all’estate prossima. A cifre molto basse, per un talento di 24 anni che arriverebbe a un anno dalla scadenza. 

La Roma pronta ad abbassare la richiesta

La Roma, pur di sbloccare la situazione, accetterebbe anche un’offerta intorno ai 25- 30 milioni, cifra dalla quale andrebbe sottratta la parte che spetta all’Inter (15%) come diritto sulla rivendita. Ma al di là dei sondaggi di qualche squadra inglese (Tottenham e West Ham) a Trigoria non vedono ancora il barlume di una proposta concreta. Se non in prestito senza obbligo di riscatto. Ieri Vigorelli era all’estero per altre questioni: segno che ancora non ci siamo.

Zaniolo vorrebbe restare in Italia, ma...

Zaniolo in cuor suo preferirebbe restare in Italia, per andare alla Juventus o al Milan, ma ha capito che l’unica possibilità per lasciare la Roma è un trasferimento all’estero. Ne ha parlato anche nei giorni scorsi alla famiglia, manifestando una certa preoccupazione perché sarebbe costretto ad allontanarsi dal figlio Tommaso. Ma il suo nervosismo, manifestato durante la Coppa Italia contro il Genoa ed esasperato dalla richiesta di non essere convocato per la partita con la Fiorentina («Ci ha detto che aveva la febbre» ha spiegato gelido Tiago Pinto), gli ha suggerito di trovare una soluzione immediata. Zaniolo sa che non sta giocando bene. Ma attribuisce il fatto - a torto o a ragione - di essere utilizzato in un ruolo e in un modo che non ne esaltano le caratteristiche. Lui si sente una mezz’ala, o comunque un centrocampista offensivo, non un attaccante puro.

L'escalation che ha portato all'addio

I fi schi dell’Olimpico (pochissimi in verità) lo hanno turbato relativamente. Anche perché la presa di posizione di Mourinho, che lo ha subito difeso nelle interviste ma ora non litigherebbe con i Friedkin per un’eventuale cessione, ha disinnescato sul nascere il caso. Il suo malessere parte invece da lontano. Le avvisaglie? Già a marzo 2022, quando rimase in panchina nel derby vinto 3-0, cominciò a ragionare. Anche perché il contratto non veniva mai discusso. Secondo momento-chiave: la finale di Tirana, che ha deciso con un gol strepitoso. In quel momento Zaniolo si sarebbe aspettato il rinnovo, era pronto a fi rmare sui 3 milioni, più o meno i soldi che la Roma ha concesso a Mancini e Cristante. Invece gli è stato comunicato che sarebbe stato meglio aspettare la fine del mercato. Durante l’estate poi Tiago Pinto ha provato a venderlo a condizioni complesse (50 milioni), avviando anche una trattativa con il Tottenham in pieno agosto, senza riuscire nell’obiettivo. A settembre, naturalmente, ancora stallo. E ancora agitazione nella testa di un ragazzo che si sente capace di spaccare il mondo ma non ha la forza di dimostrarlo. Fino al concordato degli ultimi giorni dal tono liberatorio: lasciamoci serenamente ma facciamolo presto. 


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