Roma, la strategia per Abraham: ecco come Ghisolfi può prendere David

Il canadese resta la suggestione, ma occhio anche agli esterni. Tammy ha perso appeal a Trigoria, ma in Premier ha mercato
Roma, la strategia per Abraham: ecco come Ghisolfi può prendere David
Roberto Maida

La Roma sta cercando una nuova casa per Tammy Abraham. È lui il primo giocatore che il ds Ghisolfi conta di vendere per concepire la rivoluzione dell’attacco. La valutazione rispecchia un’analisi tecnica, finanziaria e caratteriale che la società ha effettuato al proprio interno: dopo un anno quasi buttato a causa dell’infortunio, Abraham rappresenta un costo eccessivo per lo stipendio da quasi 6 milioni netti (ancorché ammortizzati dal decreto crescita, che per lui vale ancora) e non costituisce una garanzia di rendimento per il futuro. Potrebbe essere azzardato ripartire da lui che di questi tempi nel 2022 era considerato uno dei Fab Four della squadra insieme a Dybala, Pellegrini e Zaniolo. E in un’intervista a Tel Aviv, durante la preparazione estiva, giurava di non essere turbato dall’arrivo di Dybala perché «a Roma c’è spazio per due re». Pensate come è cambiato il mondo romanista da allora: Zaniolo è andato via da un pezzo, Pellegrini è discusso a targhe alterne, Dybala ancora non ha sciolto i dubbi sul futuro e Abraham oggi sembra più un problema che una soluzione.

Roma, la strategia su Abraham

Dove può andare Abraham? Nella sua Inghilterra, probabilmente, dove l’ingaggio è alla portata di tanti club e dove la sua popolarità non è stata offuscata da un paio di stagioni infelici. L’anno scorso, prima del terribile infortunio contro lo Spezia, era stato praticamente venduto all’Aston Villa per 40 milioni. Bisogna ricordare tuttavia che la Roma deve ancora pagare due rate impegnative al Chelsea, secondo gli accordi stipulati nel 2021: ballano ancora circa 20 milioni, che eventualmente andrebbero dirottati a Londra in caso di cessione. Resta da capire quanto possa valere adesso Abraham. Sicuramente non 40 ma neanche 30. Già davanti a un’offerta da 22-25 la Roma è pronta a trattare, perché contabilizzerebbe una piccola plusvalenza (l’ideale sarebbe entro il 30 giugno per il fair play finanziario) e perché risparmierebbe gli ultimi due anni di contratto sistemando il debito con il Chelsea.


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Roma, tutto su David

A quel punto Ghisolfi riprenderebbe i contatti con l’entourage di Jonathan David, il centravanti canadese che ha già annunciato di non voler rinnovare il contratto con il Lilla in scadenza 2025. Classe 2000, David piace a tanti club d’Europa e oggi non costa meno di 40 milioni ma la Roma è alla finestra. Dopo la Coppa America cercherà di capire se l’affare possa essere «sostenibile», aggettivo caro ai Friedkin. Il salario è incoraggiante: David guadagna circa 1,5 milioni, cioè un quarto di Abraham, ma viene da due campionati in cui ha segnato 43 gol complessivi. Fonseca peraltro lo ha suggerito al Milan e anche il Napoli inizialmente aveva pensato a lui come possibile erede di Osimhen.

Roma, il piano B per l'attacco

E se non fosse possibile arrivare a David, o a un altro grande centravanti, la Roma aggiusterebbe la strategia. E magari investirebbe il grosso del gruzzolo su un attaccante esterno (tipo Chiesa, tanto per non fare nomi) che migliori la velocità e l’imprevedibilità della manovra offensiva. A quel punto Dybala, se rimanesse, giocherebbe molte partite da falso nove e affiancherebbe nel ruolo due specialisti che partirebbero in panchina. Uno dei nomi che intrigano De Rossi è Laurienté del Sassuolo. Ma non è l’unico, ovviamente. Attenzione infine ai movimenti sul centrocampo: serve una mezzala di corsa, inserimento e tiro come Davide Frattesi. Magari proprio Frattesi, se l’Inter decidesse di venderlo. Difficile eh, però De Rossi nel dubbio un sondaggio lo ha fatto.


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La Roma sta cercando una nuova casa per Tammy Abraham. È lui il primo giocatore che il ds Ghisolfi conta di vendere per concepire la rivoluzione dell’attacco. La valutazione rispecchia un’analisi tecnica, finanziaria e caratteriale che la società ha effettuato al proprio interno: dopo un anno quasi buttato a causa dell’infortunio, Abraham rappresenta un costo eccessivo per lo stipendio da quasi 6 milioni netti (ancorché ammortizzati dal decreto crescita, che per lui vale ancora) e non costituisce una garanzia di rendimento per il futuro. Potrebbe essere azzardato ripartire da lui che di questi tempi nel 2022 era considerato uno dei Fab Four della squadra insieme a Dybala, Pellegrini e Zaniolo. E in un’intervista a Tel Aviv, durante la preparazione estiva, giurava di non essere turbato dall’arrivo di Dybala perché «a Roma c’è spazio per due re». Pensate come è cambiato il mondo romanista da allora: Zaniolo è andato via da un pezzo, Pellegrini è discusso a targhe alterne, Dybala ancora non ha sciolto i dubbi sul futuro e Abraham oggi sembra più un problema che una soluzione.

Roma, la strategia su Abraham

Dove può andare Abraham? Nella sua Inghilterra, probabilmente, dove l’ingaggio è alla portata di tanti club e dove la sua popolarità non è stata offuscata da un paio di stagioni infelici. L’anno scorso, prima del terribile infortunio contro lo Spezia, era stato praticamente venduto all’Aston Villa per 40 milioni. Bisogna ricordare tuttavia che la Roma deve ancora pagare due rate impegnative al Chelsea, secondo gli accordi stipulati nel 2021: ballano ancora circa 20 milioni, che eventualmente andrebbero dirottati a Londra in caso di cessione. Resta da capire quanto possa valere adesso Abraham. Sicuramente non 40 ma neanche 30. Già davanti a un’offerta da 22-25 la Roma è pronta a trattare, perché contabilizzerebbe una piccola plusvalenza (l’ideale sarebbe entro il 30 giugno per il fair play finanziario) e perché risparmierebbe gli ultimi due anni di contratto sistemando il debito con il Chelsea.


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