La Roma sta cercando una nuova casa per Tammy Abraham. È lui il primo giocatore che il ds Ghisolfi conta di vendere per concepire la rivoluzione dell’attacco. La valutazione rispecchia un’analisi tecnica, finanziaria e caratteriale che la società ha effettuato al proprio interno: dopo un anno quasi buttato a causa dell’infortunio, Abraham rappresenta un costo eccessivo per lo stipendio da quasi 6 milioni netti (ancorché ammortizzati dal decreto crescita, che per lui vale ancora) e non costituisce una garanzia di rendimento per il futuro. Potrebbe essere azzardato ripartire da lui che di questi tempi nel 2022 era considerato uno dei Fab Four della squadra insieme a Dybala, Pellegrini e Zaniolo. E in un’intervista a Tel Aviv, durante la preparazione estiva, giurava di non essere turbato dall’arrivo di Dybala perché «a Roma c’è spazio per due re». Pensate come è cambiato il mondo romanista da allora: Zaniolo è andato via da un pezzo, Pellegrini è discusso a targhe alterne, Dybala ancora non ha sciolto i dubbi sul futuro e Abraham oggi sembra più un problema che una soluzione.
Roma, la strategia su Abraham
Dove può andare Abraham? Nella sua Inghilterra, probabilmente, dove l’ingaggio è alla portata di tanti club e dove la sua popolarità non è stata offuscata da un paio di stagioni infelici. L’anno scorso, prima del terribile infortunio contro lo Spezia, era stato praticamente venduto all’Aston Villa per 40 milioni. Bisogna ricordare tuttavia che la Roma deve ancora pagare due rate impegnative al Chelsea, secondo gli accordi stipulati nel 2021: ballano ancora circa 20 milioni, che eventualmente andrebbero dirottati a Londra in caso di cessione. Resta da capire quanto possa valere adesso Abraham. Sicuramente non 40 ma neanche 30. Già davanti a un’offerta da 22-25 la Roma è pronta a trattare, perché contabilizzerebbe una piccola plusvalenza (l’ideale sarebbe entro il 30 giugno per il fair play finanziario) e perché risparmierebbe gli ultimi due anni di contratto sistemando il debito con il Chelsea.