ROMA - Il nome Artem, di origine greca, significa “integro” o “completo”. Deriva da Artemisio, il dio della caccia. E allora se il nome è tutto un programma, la Roma adesso vuole godersi il suo centravanti completo, integro (e questo lo sperano tutti), pronto ad andare a caccia di gol. Artem Dovbyk, il gigante ucraino, ieri alle 12 è sbarcato all’aeroporto di Ciampinto pronto a vivere la sua avventura in giallorosso. Non è bastato il caldo torrido, i 40 gradi (all’ombra) e l’asfalto rovente del terminal privato per fermare oltre duecento romanisti dal dare il benvenuto all’ultimo Pichichi della Liga con 24 gol, all’investimento fatto dai Friedkin per rinforzare il reparto offensivo e garantire a De Rossi un bomber all’altezza delle aspettative del club.
L'arrivo di Dovbyk e la festa a Ciampino
Partenza da Girona con un volo privato, a bordo Dovbyk, il suo agente Alex Liundovskyi, Lina Souloukou e Florent Ghisolfi: i due dirigenti della Roma erano dal giorno prima nella città spagnola per chiudere l’affare col Girona e hanno “presentato” il ragazzo ai tifosi una volta sbarcati nella capitale. Accompagnato davanti al grande parcheggio che affaccia sulla pista, lo stesso occupato per lo sbarco un anno fa di Lukaku, Artem è stato salutato dai romanisti con i cori in suo nome, gli applausi, le bandiere al vento e quell’entusiasmo avvolgente dimostrato quando arriva un giocatore pagato oltre 30 milioni. Era successo appena quattro giorni prima con Soulé, la scena si è ripetuta ieri ma in un aeroporto diverso. Inutile dire quanto Dovbyk fosse felice. Sceso dal van, Artem ha sgranato gli occhi quando si è trovato di fronte tutto quell’affetto, in una situazione estrema per il grande caldo di mezzogiorno, e quell’entusiasmo per il suo arrivo. «Grande rispetto per i tifosi della Roma», ha scritto il suo agente sui social dopo aver visto la marea giallorossa. E Artem? Mano sul cuore, un sorriso stampato sul volto e il ricordo di una giornata indimenticabile.
La giornata di Dovbyk a Roma
L’attaccante ha svolto le visite mediche subito dopo lo sbarco, poi ha firmato a Trigoria il contratto di cinque anni a 3,5 milioni più bonus e ha posato con la nuova maglia. Avrà la numero 11, quella che indossa con la nazionale, e non la 9 che (per ora) resterà sulla schiena di Abraham. Questa mattina il primo allenamento con i compagni, che ieri non ha avuto modo di vedere, sotto gli ordini di De Rossi che ha trovato nel centro sportivo e ha abbracciato dopo le tante chiamate delle ultime settimane. Il centravanti non poteva immaginare un inizio migliore. Arrivato grazie al grande impegno dei Friedkin che hanno deciso di dare il via libera a un investimento decisamente importante: il Girona riceverà 30,5 milioni di base fissa, più 5,5 di bonus e una percentuale di rivendita del 10%. In ogni caso l’esborso complessivo della Roma, in caso di futura cessione, non potrà superare i 38,5 milioni. Una bella somma per il centravanti che la Lazio aveva scartato un anno fa, decidendo di prendere dal Girona non lui ma il suo compagno d’attacco Castellanos. Sarà un duello a distanza nel corso del campionato e uno scontro faccia a faccia nei due derby.
Dovbyk, quel gesto che fa sognare
Se i Friedkin hanno fatto il passo decisivo per chiudere l’operazione, Dovbyk non è stato da meno e ha di certo contribuito ad accelerare il suo trasferimento. Artem infatti voleva così tanto la Roma che ha messo di tasca sua il milione e mezzo che serviva per far chiudere la trattativa. L’attaccante infatti aveva un accordo scritto con il Girona per cui, in caso di futura rivendita, avrebbe avuto diritto a un milione e mezzo di euro. Ha scelto di non prendere quei soldi, usandoli per aiutare il suo nuovo club. Dovbyk costerà così 38,5 milioni garantiti invece che 40. Un gesto, l’ennesimo, che fa capire quanto l’attaccante volesse solo una cosa: prendere l’aereo e sbarcare in Italia quanto prima. Artem “Artemisio” Dovbyk ora non vede l’ora di cominciare.