Liverpool-Roma 5-2: Salah show, ora serve un'altra impresa

Doppiette dell'attaccante egiziano e di Firmino, gol di Mané. Poi l'orgoglio romanista con Dzeko e Perotti (su rigore)
Liverpool-Roma 5-2: Salah show, ora serve un'altra impresa© AP
Simone Zizzari
8 min

LIVERPOOL - Poteva essere un’umiliazione e invece è stata solo una sconfitta pesante ma non definitiva. 34 anni dopo, il Liverpool è ancora amaro per la Roma. Ma il 5-2 di Anfield, soprattutto per come è arrivato, lascia ancora delle speranze per questa squadra in vista del ritorno. A pochi minuti dalla fine, infatti, la squadra di Di Francesco era sotto di cinque gol, schiantata dal calcio champagne di Klopp. Poi però, la svolta. Tra l'81' e l'85', infatti, la Roma infila due gol in rapida successione, prima con Dzeko e poi con Perotti su rigore, che lasciano ancora aperte le speranze di una finale di Champions comunque molto complicata.

SALAH SHOW - Ad Anfield i Reds hanno impartito ai giallorossi per 80 minuti una lezione di calcio. Troppo forti gli avversari, troppo superiore la squadra di Klopp rispetto ad una Roma scesa in campo troppo timida e letteralmente schiantata dal gioco isterico e spettacolare di Salah e e compagni fatto di verticalizzazioni, sovrapposizioni e pressing a tutto campo. Momo, dicevamo. L’ex Roma non ha avuto pietà dei suoi ex compagni regalando ai suoi tifosi l’ennesima prestazione aliena di questa stagione. Un’altra doppietta (43 gol in stagione) e due assist sulle marcature di Firmino (doppietta) e Mané che lo avvicinano al Pallone d'Oro. Uscito l’Egiptian King, però, tutto è cambiato. Negli ultimi dieci minuti il Liverpool è tornato ad essere una squadra ‘normale’ e la Roma è riuscita a trovare le due reti che riaprono un discorso che sembrava ormai archiviato.

LE SCELTE DI DI FRANCESCO - Roma con il 3-4-2-1 con Under preferito a Schick al fianco di Nainggolan in appoggio all'unica punta Dzeko. Nel Liverpool occhi puntati su Salah, l'ex più temuto (a ragione) dalla Roma con i suoi 41 reti in stagione. Dopo Messi, un altro fenomeno da tenere a bada. Di Francesco pero, proprio come fece per la Pulce argentina, evita la marcatura a uomo preferendo mettere molta densità in difesa per chiudere all'egiziano e ai suoi compagni d'attacco Mané e Firmino ogni spazio giocabile. La Roma parte forte e al 2’ ha subito un’occasione con Strootman pescato da Dzeko: il tiro dell’olandese è debole e non impensierisce Karius. La risposta dei Reds arriva subito con Salah che sulla destra va via Juan Jesus ma colpisce debolmente verso Alisson. Passano due minuti e ancora Salah protagonista con una verticalizzazione per Firmino con conclusione a lato di pochissimo. La Roma gioca molto bene in ripartenza dimostrando grande personalità, nonostante il clima incandescente di Anfield. Il Liverpool fa fatica a trovare spazi giocabili e al 16’ perde Oxlade-Chamberlain per un problema al ginocchio destro (probabile distorsione): al suo posto dentro Wijnaldum. Passano due minuti e la Roma colpisce l’ennesimo legno della sua stagione con Kolarov, il suo tiro dalla distanza trova impreparato Karius che viene salvato dalla traversa. La Roma gioca molto compatta e tiene il controllo del match ma al 29’ è il Liverpool ad avere in rapida sequenza due incredibili occasioni da gol con Mané. Prima un errore di Strootman e poi un’incertezza di Juan Jesus (in evidente affanno sulla corsia di sinistra) regalano all’attaccante senegalese due chance sprecate in modo clamoroso per difetto di mira. Il Liverpool prende coraggio e schiaccia la Roma nella propria area di rigore, sorvegliata alla perfezione da un Fazio sempre lucido e puntuale nelle chiusure. Al 33’ il Liverpool riesce a segnare con Mané, imbeccato alla perfezione da Milner ma il guardalinee alza la bandierina per un fuorigioco netto. Il sospiro di sollievo in casa Roma dura poco, il tempo per Salah di andarsene via per l’ennesima volta a Juan Jesus e di trovare un tiro a giro sotto l’incrocio imprendibile per Alisson. L’egiziano non esulta in segno di rispetto nei confronti del suo vecchio club ma il suo 42° gol stagione è ugualmente determinante. La Roma è in bambola e subisce troppo i ritmi forsennati del Liverpool che con Lovren colpisce la traversa al 38’. Il 4-3-3 di Klopp è uno spettacolo e le occasioni da gol per i padroni di casa si susseguono senza sosta. Alisson è bravo a rispondere prima a Firmino e poi ancora allo scatenato Mané, incapace di sfruttare un’incertezza difensiva di Manolas. Ancora il greco è protagonista in negativo in occasione del raddoppio di Salah, scappato sul filo del fuorigioco e bravissimo a superare con un morbido pallonetto Alisson in uscita disperata. Lo score stagionale dell’egiziano migliora ancora: 43 centri in stagione. Un extraterrestre. Al fischio dell’arbitro Brych Anfield esplode di gioia. I Reds sono avanti di due reti all’intervallo. Niente da dire.

SALAH DA PALLONE D'ORO - Nella ripresa Di Francesco prova a dare la scossa inserendo Schick al posto dell’evanescente Under. I problemi però restano. Quando la Roma costruisce gioco lo fa troppo lentamente e fa una fatica assurda per arrivare sulla trequarti avversari. Viceversa il Liverpool è impressionante nella velocità di manovra e nella facilità con la quale arriva dalle parti di Alisson. Proprio in una delle tante rapidissime ripartenze arriva il tris inglese. Salah – tanto per cambiare – se ne va sulla destra in posizione dubbia di fuorigioco e serve a Mané un cioccolatino da spingere solo in fondo al sacco. Tutto troppo facile per un Liverpool che al 56’ è già avanti di tre gol praticamente senza soffrire e con grande merito. La Roma non riesce a rispondere, imbambolata nelle gambe e schiantata dalla folle velocità degli uomini di Klopp che inducono all’errore a più riprese i giallorossi. Basta un attimo di disattenzione per ritrovarsi con un avversario in zona gol. Alisson in due circostanze ci mette i pugni, prima su Firmino e poi su Milner. Il Liverpool visto a Anfield sembra davvero essere un’altra categoria sopra questa Roma fin troppo arrendevole. Il poker viene servito al 61’ con lo stesso, medesimo copione: sulla destra l’imprendibile Salah se ne va ancora a Jesus, il suo rasoterra al centro è perfetto per Firmino che entra nel registro dei marcatori. Il compito della Roma dopo un’ora di gioco è quello di evitare la disfatta. Il problema è che il Liverpool non si ferma e con le sue solite triangolazioni, verticalizzazioni e sovrapposizioni manda al manicomio gli avversari, forte anche della spinta dei 55mila di Anfield. I Reds semplicemente vanno al triplo della velocità della Roma. Di Francesco prova ad inserire in campo Gonalons e Perotti ma lo spartito non cambia e lo suona solo il Liverpool. Al 69’ giunge la manita inglese con Firmino, bravo a deviare in gol di testa un pallone calciato da un angolo. Il discorso sembra ormai chiuso. Poi, però, Klopp decide di togliere Salah al 78’ e la sua decisione si trasforma presto in un errore madornale. Senza l’egiziano il Liverpool perde la sua imprevedibilità e permette alla Roma di rialzare la testa prima con Dzeko, bravo a ribadire in gol un assist di Nainggolan, e poi con Perotti che su rigore (tocco di mano di Milner) riaccende la speranza giallorossa. La strada per la finale è impervia ma tutto può ancora succedere. Il Barcellona di Messi ne sa qualcosa.

Liverpool-Roma, tabellino e statistiche


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