Accenni di Sarri

Accenni di Sarri© Juventus FC via Getty Images
Alberto Dalla Palma
4 min

Non sarà ancora la Juve di Sarri e nemmeno la Juve di Ronaldo ma intanto è una Juve che ha già fatto meglio di Allegri, che il 20 febbraio scorso perse di brutto al Wanda dando la sensazione di essere fuori dai giochi prima di capovolgere quel 2-0 allo Stadium, il 12 marzo, proprio con una clamorosa tripletta di CR7. Era una squadra che stava volando verso il quinto scudetto consecutivo e che aveva giocato due finali di Champions: una super Juve, collaudata, modifi cata e organizzata nel corso degli anni; Sarri invece è appena arrivato e la metà del suo tempo bianconero lo ha passato a letto con la polmonite. Se la premessa è il pareggio di Madrid ci sarà da divertirsi, perché ancora non si vede del tutto la mano del tecnico toscano, che ieri sera ha saputo correggersi anche dal punto di vista tattico facendo la scelta giusta: Cuadrado e non Bernardeschi sulla destra in una linea a quattro, praticamente a specchio con quella dei rivali. Il colombiano non è stato solo l’uomo che ha acceso l’illusione bianconera con un gol straordinario ma anche l’elastico con cui la Juve ripartiva quando recuperava la palla nelle zone più basse: una grande intuizione, quella di Sarri, che al Wanda ha schierato una squadra con dieci giocatori di nazionalità diversa (due brasiliani: Danilo e Alex Sandro; e un solo italiano: Bonucci). La soff erenza di un tempo quasi sempre in difesa, l’Atletico più pronto della Juve nel palleggio ossessivo e poi quel gol in avvio di ripresa confezionato con un assist di Higuain e un sinistro di Cuadrado all’incrocio dei pali, poi raddoppiato dal colpo di testa di Matuidi.


Sul 2-0 si è avuta la sensazione che la Juve (non più travestita da Bari bensì da Empoli) potesse conquistare un successo davvero importante, soprattutto dal punto di vista dell’autostima dopo il deludente pareggio di Firenze, invece l’Atletico ha riscovato all’improvviso le qualità con cui Simeone, nel corso degli anni, lo ha costruito: cuore, rabbia, coraggio. Sfruttando due calci piazzati gli spagnoli hanno recuperato prima con Savic e poi con Herrera, proprio nel fi nale: un campanello di allarme per Sarri, perché la Juve aveva subìto anche contro il Napoli due gol su palle inattive. Può accadere a settembre, non potrà accadere a Natale o in primavera, alla resa dei conti.
L’avventura dell’Atalanta in Champions è iniziata male: poker della Dinamo a Zagabria, Gasperini schiantato al debutto. Vedremo alla prossima se è stata l’emozione di una notte storica o se questo palcoscenico è ancora troppo grande per la sua squadra.


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