La Spagna brucia, ma il Coronavirus non ferma la Champions

Al momento in nessuna delle sedi designate sono segnalate criticità. In caso di veto si gioca a Lisbona
La Spagna brucia, ma il Coronavirus non ferma la Champions© FOTO MOSCA
Andrea Ramazzotti
4 min

MILANO - Barcellona-Napoli si giocherà in Catalogna e City-Real Madrid a Manchester. A 10 giorni dagli ottavi di ritorno di Champions League l'indicazione che arriva da Nyon non lascia dubbi: le notizie sulla diffusione del virus e i provvedimenti presi dai governi nazionali dunque non cambieranno le decisioni prese dalla Uefa e le sedi delle due gare che sembrano/sembravano più a rischio. Questo non vuol dire che il presidente Ceferin e i suoi collaboratori non stiano seguendo con grande attenzione l'evoluzione della vicenda, ma, dopo i contatti avuti anche ieri, al momento né nel primo né nel secondo caso vengono segnalate criticità. A Barcellona, viene fatto notare, la città non è in lockdown e le misure adottate non sono poi troppo diverse rispetto a quelle che erano in vigore in Italia quando il campionato è ripreso, pur a porte chiuse. In Inghilterra l'esecutivo di Boris Johnson ha già fatto sapere che la quarantena non sarà applicata agli sportivi di alto livello e dunque al Real. Fermo restando che il positivo Mariano non potrà prendere parte alla trasferta. Nel malaugurato caso dovesse cambiare qualcosa, il piano B prevede che i due incontri (o uno solo dei due) siano giocati a Lisbona. Erano stati previsti come campi neutri anche Oporto e Guimaraes, ma erano considerate sedi possibili solo se tutti e 4 gli ottavi fossero stati spostati.

Final Eight

Stesso discorso riguardo le Final Eight. Nessun rischio per il Portogallo, che organizzerà la fase finale della Champions, e per la Germania, alla quale sono state assegnate le 7 partite decisive per sollevare al cielo l'Europa League. Anche in questo caso l'Uefa è in contatto con le Federazioni e con le autorità nazionali, ma al momento non vengono segnalate situazioni a rischio. Lisbona, ma pure Colonia, Duisburg, Düsseldorf e Gelsenkirchen, offrono condizioni di sicurezza per le formazioni che arriveranno a giocarsi i due trofei continentali. Piuttosto la Uefa è ferrea nel pretenderete che, una volta volate in Portogallo o in Germania, le squadre rimangano lì fino a che saranno in corsa. Il desiderio di alcuni tecnici, vista la distanza temporale tra i quarti e le semifinali (tanto per fare un esempio l'Atalanta giocherà il 12 agosto ed eventualmente il 18), sarebbe quella di tornare a casa e preparare la seconda gara nel proprio centro tecnico, ma questa soluzione a Nyon non è gradita. Sarà consentita a Inter e Roma, se passeranno gli ottavi in campo neutro che disputeranno in Germania rispettivamente il 5 e il 6, ma non dai quarti in poi. [...]

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