Vale più di tre punti la vittoria del Milan a Bratislava contro lo Slovan che era a zero prima di affrontare i rossoneri e a zero è rimasto. Fonseca, invece, può continuare a coltivare la speranza di qualificarsi direttamente agli ottavi di Champions League. L'alimentano le due gare interne con la Stella Rossa, il Girona e la chiusura a Zagabria con la Dinamo, a patto di vincere sempre. Eppure, la capolista del campionato slovacco ha fatto soffrire gli avversari più di quanto si ritenesse alla vigilia. La spiegazione è chiara. Da un lato, la prolificità dell'attacco milanista che ha visto andare a bersaglio Pulisic; Leao, dopo quasi un anno dall'ultimo gol in Champions e Abraham, il cui digiuno europeo si protraeva da 25 mesi; dall'altro, la fragilità della difesa che ha incassato altre due reti e sono diventate già 8 nelle prime cinque giornate del torneo.
È la conferma della tendenza in atto in campionato: 20 gol all'attivo, ma 14 al passivo in 13 turni. In questo momento, la fortuna di Fonseca si chiama Leao: rispetto all'apatico, abulico giocatore visto in azione nel primo scorcio stagionale, il nazionale portoghese è in netto progresso. A Bratislava, la sveglia l'ha suonata lui. Buon segno. Agli stenti in campionato, dove già 10 sono i punti di distacco dal Napoli capolista, sia pure ricordando la partita in meno da recuperare con il Bologna, fa da contraltare il ritorno in carreggiata del Milan in Champions League, dopo la falsa partenza scandita dalle sconfitte con il Liverpool a San Siro e con il Bayer a Leverkusen. Adesso, però, la squadra deve scendere dall'altalena fra Serie A e Champions. Non c'è più tempo da perdere.