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La&nbsp;&ldquo;Barcelona&rdquo; di Montserrat Caball&eacute; e <a href="https://www.corrieredellosport.it/news/attualit/spettacolo/2021/11/24-87330961/trent_anni_senza_freddie_mercury_il_ritratto_di_un_mito">Freddie Mercury</a> divent&ograve;, negli anni Ottanta, la colonna sonora di una saga. Se risaliamo la corrente, oltre l&rsquo;Olimpiade del 1992, vi troveremo persino una monetina. Quella che, il 14 ottobre 1964, baci&ograve; l&rsquo;Anderlecht e cacci&o

Nerazzurri in difficoltà nell'ultima settimana: in Champions serve una prestazione come contro il Bayern Monaco

MILANO -&nbsp;Alternative non (tutte) all&rsquo;altezza. O comunque incapaci di dare il proprio contributo quando chiamate in causa. Questa &egrave; certamente una delle spiegazioni per il &ldquo;deragliamento&rdquo; interista nell&rsquo;ultima settimana. C&rsquo;&egrave; anche dell&rsquo;altro, per&ograve;. Ad esempio il momento di crisi di alcuni big nerazzurri. Provocato proprio (ma non solo) dalla necessit&agrave; di giocare sempre o quasi. Gli esempi pi&ugrave; significativi in questo senso sono Lautaro e Barella, ovvero capitano e vice, a cui si aggiunge Dimarco, un altro dei senatori del gruppo in difficolt&agrave;. I primi due, sempre titolari tra Bologna, derby e Roma, hanno finito per prosciugare le energie fisiche e nervose. Il terzo, dopo essere rientrato da un infortunio muscolare giusto un mese fa, non ha mai recuperato la miglior condizione e continua ad avere la spia accesa.&nbsp;

<h2>Lautaro Martinez e Barella imprescindibili</h2>

Come premesso, il problema, nel caso di Lautaro e Barella &egrave; la mancanza di sostituti adeguati. L&agrave; davanti, infatti, al di l&agrave; del Toro, appunto, e di Thuram, c&rsquo;&egrave; il vuoto o quasi, ad eccezione di qualche fiammata di Arnautovic. Inevitabili, quindi, gli straordinari per l&rsquo;argentino che, smaltito l&rsquo;ultimo guaio muscolare, &egrave; stato titolare nelle ultime 7 gare, le ultime 3 senza Tikus. Solo una in meno per Barella. Che &egrave; la dinamo della squadra: si carica e, nello stesso momento, carica gli altri. Ma se nemmeno lui ha le forze per accendersi, allora non pu&ograve; che calare il buio. In questi due anni, sarebbe servita un&rsquo;evoluzione di Frattesi, che, invece, non si &egrave; costruito la multidimensionalit&agrave; del compagno. Che cos&igrave; ha mantenuto la sua unicit&agrave;. Volendo, anche il mancino di Dimarco &egrave; unico. La sua gamba, per&ograve;, non gira a dovere e cos&igrave; tutto si complica. Anche in occasione di certe chiusure difensive.&nbsp;

<h2>La sfida al Barcellona</h2>

Per ripartire, per giocarsi al meglio le chance di superare il Barcellona e conquistare un&rsquo;altra finale di Champions, per&ograve;, Inzaghi non pu&ograve; pensare fare a meno dei suoi giocatori pi&ugrave; importanti e decisivi. Significa che toccher&agrave; comunque a loro suonare la carica e dare la scossa al gruppo. Certamente a Lautaro e Barella, visto che, anche in prospettiva Yamal, Dimarco potrebbe pure cominciare in panchina, lasciando il posto a Carlos Augusto. Intanto, almeno a parole, &egrave; cominciato il &ldquo;training autogeno&rdquo;. Anche perch&eacute; lo spogliatoio nerazzurro, seppur deluso per le ultime sconfitte, resta assolutamente unito e compatto. Il passaggio determinante, per&ograve;, sar&agrave; il campo. Nel senso che alle parole dovranno seguire i fatti. E quindi, sempre nel caso di Lautaro e Barella, una prestazione a livello di quelle con il Bayern. Che, peraltro, hanno finito anche per condizionare quelle successive.

<h2>Dolci precedenti contro il Bar&ccedil;a</h2>

Peraltro, Barcellona evoca dolci ricordi sia al Toro sia al centrocampista sardo. Furono tra i protagonisti, infatti, del 3-3 al Camp Nou del 12 ottobre 2022. L&rsquo;azzurro firm&ograve; l&rsquo;1-1, dopo il vantaggio di Dembel&eacute;. L&rsquo;argentino invece sigl&ograve; il temporaneo raddoppio. Poi, ci pensarono Lewandowski due volte e Gosens a completare il tabellino. Ma la sostanza fu che, con quel pareggio, dopo la vittoria di misura a San Siro, l&rsquo;Inter si assicur&ograve; la qualificazione alla seconda fase, arrivando poi alla finale di Istanbul. Tra l&#39;altro, sempre in casa Bar&ccedil;a, Lautaro ha realizzato il suo primo sigillo in Champions: era il 2 ottobre 2010 e l&rsquo;Inter, allora targata Conte, incant&ograve; per un tempo, prima che nella ripresa si scatenasse Luis Suarez. Da allora tanto &egrave; cambiato e, domani sera, il Toro inseguir&agrave; la sua prodezza numero 21 in generale e la nona di questa edizione.&nbsp;

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Lautaro-Barella: per l’Inter il problema è la soluzione


Arnautovic è stanco e Taremi ha deluso le attese: il tecnico pena a un modulo inedito per la semifinale di Champions League

MILANO - Il grande rebus in attacco a caratterizzare l&rsquo;avvicinamento dell&rsquo;Inter all&rsquo;andata della semifinale di Champions. Chi piazzare al fianco di capitan Lautaro &egrave; il grande dilemma di Simone Inzaghi, che dalla sfida sul campo del Barcellona domani si aspetta qualche risposta dal reparto avanzato in un periodo reso ancor pi&ugrave; complicato dagli zero gol fatti nelle ultime tre partite perse. L&rsquo;unica certezza &egrave; quella di non avere l&rsquo;imbarazzo della scelta, visto che Correa &egrave; fuori dalla lista europea e vedere Thuram titolare sarebbe quantomeno una sorpresa. Per il francese l&#39;obiettivo minimo &egrave; quello di andare almeno in panchina in base all&rsquo;esito della prova di oggi in gruppo, prima della partenza per la Spagna.

<h2>Inter, poche alternative per Inzaghi</h2>

A conti fatti per un maglia da titolare rimangono due possibilit&agrave; tra gli attaccanti, ossia Marko Arnautovic oppure Mehdi Taremi. L&rsquo;austriaco &egrave; quello che offre pi&ugrave; garanzie in termini di affidabilit&agrave;, avendo anche gi&agrave; dimostrato di poter incidere in campionato quando nelle ultime settimane &egrave; partito titolare. Sul suo conto per&ograve; la vera incognita &egrave; la tenuta fisica, avendo disputato tutti i 90&rsquo; domenica con la Roma e dovendolo gestire sul piano delle energie. Simone Inzaghi non vuole spremerlo, anche per scongiurare guai muscolari che metterebbero ancor pi&ugrave; in difficolt&agrave; il reparto avanzato in questa fase cos&igrave; delicata. Contro i giallorossi invece &egrave; rimasto in panchina Taremi, che era reduce da tre presenze impalpabili nei match con Bayern, Bologna e Milan. Sul piano del temperamento l&rsquo;iraniano ha deluso e per il match di Barcellona, in caso di titolarit&agrave;, dovr&agrave; cambiare registro trattandosi di una partita in cui bisogner&agrave; battagliare su ogni pallone. Dalla sua giocano a favore l&rsquo;esperienza internazionale e il fatto di aver gi&agrave; giocato match cos&igrave; importanti in carriera, da associare alla voglia di lasciare finalmente un segno in una stagione fin qui a dir poco deludente. Tra l&rsquo;altro l&rsquo;ex Porto ha incrociato i catalani in Champions nella fase a gironi dell&rsquo;anno scorso, rimediando due sconfitte su due quando militava nella squadra portoghese.

<h2>Inter, la sorpresa &egrave; Frattesi</h2>

Una terza ipotesi, fuori dai canonici schemi nerazzurri, porterebbe a schierare un centrocampista in pi&ugrave; nell&rsquo;undici iniziale. Per esempio un giocatore dalle caratteristiche di Frattesi, per farlo agire da guastatore ronzando attorno a Lautaro. In allenamento sono stati fatti degli esperimenti, ma la soluzione non &egrave; mai stata provata in partita sul campo e andr&agrave; ben ponderata data l&rsquo;importanza della sfida in Catalogna. In qualche occasione Inzaghi ha concluso con il 5-4-1, inserendo per&ograve; un esterno nei finale di gara, mentre stavolta i centrocampisti puri sarebbero quattro con Lautaro unico attaccante di ruolo. C&rsquo;&egrave; ancora qualche ora per risolvere il rebus, poi andr&agrave; presa una decisione per i 90&rsquo; contro la squadra di Flick.&nbsp;

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