Fiorentina, il coraggio di Italiano e un sogno da vivere

Fiorentina, il coraggio di Italiano e un sogno da vivere© SESTINI MASSIMO
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È un peccato che la Fiorentina si sia fatta sorprendere dopo un’ora, quando pensava di aver già messo un piede nel girone principale della Conference, dove vorrebbe difendere il trofeo conquistato nel maggio scorso dalla Roma. Era in vantaggio di due gol e aveva messo in grandi difficoltà il Twente quando è arrivato quel pallone tagliato dalla sinistra sui piedi di Cerny, che ha sorpreso la linea viola e ha battuto Terracciano rimettendo in discussione il verdetto finale. Anche se il gol in trasferta non vale più doppio, c’è una bella differenza tra il 2-0 della prima ora e il 2-1 finale perché in Olanda ci sarà da sopportare una battaglia, impostata sul ritmo, sull’intensità e sulla corsa da un’avversaria che dal punto di vista fisico è più avanti della Fiorentina. Il Twente aveva già affrontato un doppio turno di qualificazione e nelle gambe ha messo anche due partite di campionato, vinte con estrema sicurezza: Italiano dovrà sostenere il peso del derby con l’Empoli e poi preparare la spedizione orange con l’unico obiettivo di conquistare il posto in Europa, finalmente definitivo, che manca da oltre cinque anni.



Ieri il tecnico della Fiorentina ha avuto un bel coraggio, che gli va riconosciuto: escludendo Bonaventura, Kouame e Jovic aveva in pratica esentato dalla partita tre protagonisti del debutto contro la Cremonese. In realtà con il Twente hanno segnato subito proprio Cabral e Nico Gonzalez mentre Duncan ha dato maggiore equilibrio in mezzo al campo. Si era coperto, Italiano, anche con l’inserimento di Venuti al posto di Benassi, dove era atteso il brasiliano Dodo: una partita preparata anche nei dettagli, che ha subito premiato la Fiorentina. Dopo mezzora la Viola si è trovata sul 2-0 dimostrando che poteva sostenere anche l’impatto con un palcoscenico a cui non era più abituata. Sembrava quasi una squadra diversa, rispetto al solito, perché in genere il tecnico ama aggredire, difendere alto, assaltare a volte anche in modo eccessivo: sapendo che non poteva rischiare di compromettere la qualificazione, ha gestito la sfida come un veterano dell’andata e ritorno, pensando anche alla seconda partita. Peccato che proprio poco dopo l’inserimento di giocatori più freschi, come Mandragora e Ikonè (al posto di uno scatenato Sottil), sia arrivato il gol di Cerny. Il Twente si è rimesso in corsa all’improvviso, ma l’Europa dipenderà solo dalla Fiorentina: che sia più forte è certo, giovedì serviranno cuore e coraggio perché vale davvero la pena vivere un sogno lungo fino a maggio.


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