Caro Tare, ecco perché la Conference League non è la coppa dei perdenti

La Lazio è malauguratamente retrocessa nella terza competizione internazionale alla quale il direttore sportivo biancoceleste annette scarsa rilevanza. Al contrario, costituisce un'ottima opportunità di rilancio per il club, che in Europa ha vinto una volta sola nelle ultime 16 partite giocate in trasferta e, nelle ultime cinque stagioni di coppe europee, non si è mai aggiudicata un confronto che metteva in palio il passaggio al turno successivo. E gli ultimi allori nei tornei Uefa risalgono al 1999 (Coppa delle Coppe e Supercoppa europea)
Caro Tare, ecco perché la Conference League non è la coppa dei perdenti© BARTOLETTI
Xavier Jacobelli
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Davvero implacabile la legge del contrappasso che ha colpito Igli Tare, 49 anni, dal 2008 coordinatore dell'area tecnica e dal 2009 direttore sportivo della Lazio, brillante operatore di mercato e ottimo conoscitore delle cose di calcio. Il 15 ottobre scorso, a Roma, durante una lectio tenuta alla Luiss, Tare ha affermato: "Nel calcio si inventano competizioni inutili come la Conference League che chiamo competizione dei perdenti o l'Europa League che non hanno alcun valore per gli introiti che producono". Il 3 novembre, a Rotterdam, la Lazio è stata eliminata dall'Europa League e retrocessa in Conference dal Feyenoord, che la Conference aveva perso il 23 maggio scorso, nella finale di Tirana vinta dalla Roma. Quella notte meravigliosa all'Arena Kombetäre ha sollevato un'onda di passione e di entusiasmo tuttora dilagante nel mondo giallorosso.

Non esiste competizione internazionale che sia inutile: perché permette di acquisire la fatidica esperienza internazionale; perché offre occasioni di confronto con scuole calcistiche straniere che sono sempre opportunità di crescita; perché non può essere solo e soltanto una questione di introiti. Tutti sanno quanto la Champions League sia il torneo di club più ricco e più prestigioso del mondo. Tutti hanno imparato come, vincere l'Europa League costituisca un formidabile trampolino di lancio: chiedere referenze al Siviglia che ne ha allineate sei, sin da quando si chiamava ancora Coppa Uefa e, grazie al successo del 2006, nello stesso anno ha conquistato pure la Supercoppa Europea. Tutti sanno che, se vinci la Conference, si qualifica direttamente ai gironi di in Europa League. Semmai, il vero problema per le squadre italiane, è arrivare sino in fondo: l'ultima Coppa Uefa è stata sollevata dal Parma di Malesani nel 1999; l'ultima Champions League dall'Inter di Mourinho nel 2010; Mourinho che ha spezzato il digiuno tricolore nelle competizioni Uefa guadagnando proprio la Conference League, così aborrita da Tare. Che non deve buttarsi e buttarla così giù. Se la Lazio la vincerà, non ha idea di quanto la tirerà su.


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