Fiorentina, una Coppa maledetta: l'Olympiacos ha il bomber, la Viola no

Fatale lo svarione difensivo sul gol del micidiale El Kaabi, Olympiacos in delirio. Italiano ha pagato l'inconcludenza dell'attacco perdendo la terza finale consecutiva nel giro di un anno
Xavier Jacobelli
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È davvero maledetta la Conference League per la Fiorentina, sconfitta in finale per la seconda volta in un anno, la terza considerando anche la Coppa Italia. Imperdonabile lo svarione difensivo dal quale è scaturito il gol del micidiale El Kaabi, lesto ad anticipare Ranieri, al centro stagionale n.35, capocannoniere del torneo (11 reti in 9 incontri). L'Olympiacos, al novantanovesimo anno di vita, dopo 47 titoli greci e 26 Coppe nazionali ha legittimato il primo trionfo europeo di un club greco, coronando il cammino che l'aveva visto eliminare in semifinale l'Aston Villa grande favorito. Per Milibar, dopo il trionfo con il Siviglia sulla Roma nell'Europa League 2023, un altro prestigioso bis a livello internazionale, a conferma del valore di questo tecnico, strepitoso quando subentra in corsa.

Il 21 marzo 2023, diventa l'allenatore del Sivigilia, quattordicesimo nella Liga, a due punti dalla zona retrocessione. Non soltanto salva la squadra, ma la guida alla conquista dell'Europa League nella finale di Budapest contro la Roma. Il 6 giugno 2023, Milibar rinnova il proprio contratto con gli andalusi, ma l’8 ottobre viene esonerato dopo 8 punti in 8 gare di campionato. La decisione del Siviglia fa la forutna dell'Olympiacos che l'11 febbraio 2024 chiama l'allenatore spagnolo, il terzo della stagione, che addirittura va a vincere la Conference. Per Italiano, invece, è amaro il congedo da Firenze, dopo un triennio durante il quale non ha raccolto ciò che il suo duro lavoro avrebbe meritato. Il successore dovrà ripartire ancora dalla Conference nella quale non ci sarà il Toro, ancora una volta troppo deludente per esaudire le aspettative dei suoi ammirevoli tifosi. Sul ring dell'Aek Stadium, come due pugili che cercano il colpo del ko, ma non lo trovano mai, per tutto il tempo regolamentare Fiorentina e Olympiacos hanno vissuto sul filo di un precario equilibrio, fermo restando il rammarico viola per le occasioni fallite. Epperò, anche i greci hanno avuto le loro, senza sfruttarle.

La prima frazione di gioco è stata vivace, la seconda totalmente povera di spunti degni di nota e, decisamente, non all'altezza di una finale europea. Estenuante e senza costrutto il ping pong delle due squadre che, alle verticalizzazioni, hanno preferito i lanci lunghi da un lato all'altro del campo, sistematicamente neutralizzati dalle rispettive difese. Molta corsa, tanta buona volontà, nessun gol né da una parte né dall'altra. I supplementari sono stati l'appendice inevitabile di un confronto giocato soprattutto nel timore della beffa. Atteggiamento naturalmente comprensibile in chiave fiorentina, memore di quel gol di Bowen che l'anno scorso a Praga le costò la finale con il West Ham, ma deleterio perchè la paura di perdere ha paralizzato la Viola. Per fortuna dei toscani, Terracciano è stato sempre impeccabile, specie quando il grande ex Jovetic, nel primo tempo supplementare, ha cercato di apporre il suo sigillo. Poi, però, ci ha pensato El Kaabi a spazzare via le speranze viola. El Kaabi, il cannoniere che la Fiorentina non ha avuto, pagando il prezzo più pesante. Ma senza bomber non si vince una finale.

 


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