Napoli, quando tosti si vince

Napoli, quando tosti si vince© SSC NAPOLI via Getty Images
Alberto Dalla Palma
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Da vecchio cuore rossonero, deve essere stata una grande soddisfazione per Gattuso lasciare il suo stadio con un successo di grande prestigio e forse anche mezza fi nale di Coppa Italia in tasca, che in tempi così cupi non è poco. L’1-0 non garantisce al Napoli la certezza del passaggio ma gli regala sicuramente un’occasione, da celebrare al San Paolo nella notte della rivincita. Battere l’Inter e Antonio Conte non era facile, ma Gattuso questa sfi da l’ha studiata davvero bene e può aver dato anche qualche spunto alla Lazio e al suo amico Simone Inzaghi, che contro i nerazzurri domenica aff ronterà uno spareggio scudetto. Il tecnico azzurro si è presentato con un Napoli molto chiuso, da battaglia, con Mertens unico terminale offensivo e due esterni - Callejon e Zielinski - più difensivi che off ensivi, proprio per creare quella densità che Conte non sarebbe riuscito a sciogliere neanche quando ha deciso di chiedere aiuto a Sanchez e, soprattutto, a Eriksen, esentato ancora una volta dall’avvio della partita.

Una prodezza di Fabian Ruiz ha deciso la contesa in una delle rare azioni off ensive del Napoli, che con un giro palla a ragnatela ha tenuto basso il ritmo della partita, noiosa proprio fi no al sinistro della spagnolo. In realtà c’era stato anche un fallo di mano da rigore di De Vrij in area, ma Calvarese aveva detto no a sorpresa: un caso che ci rilancia verso la richiesta di concedere alle squadre il diritto di chiedere il ricorso al Var, battaglia del nostro giornale. Gattuso non cercava lo spettacolo ma il colpo grosso, il successo della speranza: da una semifi nale alla eventuale fi nale, dalla fi nale alla (sempre eventuale) conquista della Coppa Italia, perché no? Un trofeo che può rappresentare anche il passaporto per l’Europa se dal campionato arrivassero ancora brutte notizie: gli azzurri questo successo se lo sono guadagnati sul campo, senza la fantasia e la genialità di Insigne ma con la forza e il coraggio dei suoi gladiatori, che si erano liquefatti pochi giorni fa in casa contro il Lecce. Stavolta, invece, duri e tosti fi no alla fi ne contro Lautaro e Lukaku, che in campionato avevano dominato al San Paolo. Napoli grande contro una grande, ma piccolo, troppo spesso, contro le piccole.

Conte, a quattro giorni dalla sfida contro la Lazio, ha schierato la squadra titolare, cambiando solo i due esterni rispetto a quelli che vedremo all’Olimpico: Moses e Biraghi invece di Candreva e Young, pensiamo. Dopo aver allungato la rosa sul mercato, il tecnico l’ha... accorciata sul campo, affi dandosi ai soliti noti cui dovrà chiedere uno sforzo superiore all’Olimpico. Ed Eriksen? Fuori, di nuovo, trattato come uno qualunque. E’ vero, è sbarcato da poco in una squadra dal modulo tattico diverso dal Tottenham, ma quando uno è bravo ha anche le qualità per imporsi subito: non a caso l’Inter si è accesa solo nel fi nale, con il danese in prima fi la. Ma era troppo tardi.


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