Coppa Italia, è caos: l'Inter vuole cambiare, Juve e Milan dicono no

Il 17 giugno a Roma si assegnerà il primo trofeo nel calcio dopo la pandemia. Eppure il clima tra le quattro squadre in lizza non è certo dei migliori: e non cambierà
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Adesso che il calendario del campionato è fatto, resta da definire quello della Coppa Italia. Due semifinali e una finale. Penserete: che vuoi che sia trovarsi d'accordo... Sbagliato. Perché in ballo ci sono gli interessi di quattro grandi del nostro pallone: Juventus, Inter, Napoli e Milan, in rigoroso ordine di classifica. E nessuno vuole dare vantaggi agli avversari, specialmente adesso che in palio c'è un trofeo. Che tra parentesi sarà il primo assegnato in tutto il mondo dopo lo scoppio della pandemia da coronavirus, con tanto di immagini televisive che faranno il giro del pianeta. L'orientamento è semplice: per definire l'ordine delle semifinali si applicherà il regolamento. O almeno questa è la linea che per ora prevale. E pazienza se ad Appiano Gentile i dirigenti dell'Inter e Conte non gradiranno.

Coppa Italia, le date delle semifinali

Nessuno dei club coinvolti ha preso posizione ufficialmente anche perché, senza il via libera del governo attraverso un dpcm o un decreto mini steriale, le semifinali di Coppa Italia non si potrebbero disputare sabato 13 e domenica 14. Per autorizzare lo svolgimento delle manifestazioni sportive a livello agonistico, oltre all'ok già dato dal ministro Spadafora giovedì, serve un provvedimento dell'esecutivo. Lunedì non è arrivato: il giorno buono sarà oggi o sarà necessario aspettare ancora? La Lega ha chiesto un ulteriore anticipo di 24 ore delle semifinali, che vorrebbe fossero giocate venerdì 12 e sabato 13, per concedere alle formazioni che raggiungeranno la finale del 17 a Roma di riposare un giorno in più. 

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