Sul carro del calcio c'è posto per tutti

Sul carro del calcio c'è posto per tutti© ANSA
Ivan Zazzaroni
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Domenica non è sempre domenica: ci sono domeniche ordinarie e domeniche speciali. Questa lo è, speciale, specialissima: il calcio è tornato e per ben due volte, oltre 8 milioni di italiani hanno seguito in tv Juve-Milan senza pubblico, un autentico miracolo: mai prima d’ora una partita a porte chiuse aveva ottenuto un risultato del genere. Immagino che Napoli-Inter possa superare i sette. Ieri mattina ho letto i giornali con più piacere del solito: c’era più vita e meno passato. Ho trovato azzeccatissime le parole di Mughini, Audisio, Crosetti. Giampiero ha riassunto meglio di quanto avrei potuto ciò che penso: «È un pezzetto non piccolo della nostra vita ante-Covid che resuscita, ed era drammaticissima quella sequenza iniziale all’Allianz-Stadium dove i 22 giocatori e i 3 giudici di gara restavano in silenzio, ritti in piedi e nell’ombra, a ricordare i 34mila italiani che non ci sono più a gustarsi i gol e le parate e i dribbling. Prendiamoci quel che possiamo, quando possiamo e se lo possiamo. Auguri a tutti voi, miei concittadini che barcollate in un mondo di cui non sappiamo più nulla».


«Non sarà la partita del secolo» l’incipit di Audisio, «ma come tutti gli inizi vale molto, è un primo battito. Quella cosa che rotola è tornata visibile». «È la gente il vero pezzo mancante dello sport, rito di corpi che si muovono, camminano, mangiano e cantano. Senza di loro si è soli», la chiosa di Crosetti. Il prossimo passaggio sarà proprio il ritorno del pubblico negli stadi. Ci vorrà un po’ di tempo per recuperare tutti gli elementi che hanno reso il calcio lo sport più popolare: è necessario armarsi di pazienza facendo prevalere la passione sulla malinconia. È proprio in momenti come questo che il pallone mostra la sua potenza. Tutti gli altri sport si sono arresi al virus, il calcio no: il calcio ha sconfitto interessi di bottega, paure e gelosie, è riuscito a convincere la scienza e anche la politica, è stato più forte degli uomini deboli. Ha risposto con i fatti alla domanda che qualcuno ha formulato ripetutamente: perché tutte le discipline si sono fermate e il calcio no? Cos’ha il calcio di diverso dagli altri? Come tutti i dominanti può risultare arrogante, addirittura insopportabile quando si prende tutti gli spazi a disposizione. Però sa anche farsi perdonare e amare. Il calcio dimentica chi l’ha ostacolato, chi non lo merita. Basta un gol, una gioia condivisa e ti allunga la scala per salire sul carro. E adesso, scusate, vogliamo parlare di Ronaldo?


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